
Controlli contro il caporalato: 40 denunce e 17 attività sospese
Impiego in nero di manodopera di cittadini extracomunitari senza permesso di soggiorno, con paghe da fame.
Ma non solo: anche omessa applicazione di obblighi normativi in materia di sicurezza su lavoro e di formazione dei lavoratori, mancata sorveglianza sanitaria, irregolarità in materia di normative antincendio ed indebita installazione di impianti audiovisivi per controllare i dipendenti: sono queste le principali violazioni accertate durante una maxi operazione contro il caporalato condotta nel mese di maggio dai carabinieri di Prato.
È stato scoperto che in una ditta i lavoratori clandestini facevano turni di 12 ore per sette giorni alla settimana guadagnando, si fa per dire, 42 euro (3,5 euro l’ora); i giorni di assenza non venivano retribuiti e non a avevano diritto alle ferie. Nel corso della complessa e prolungata attività sono stati individuati ed identificati complessivamente 25 lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno. In seguito alle attività ispettive, 40 persone straniere, in prevalenza cinesi, tra imprenditori e gestori di fatto delle ditte, sono state denunciate. A carico di 17 aziende è stata disposta la sospensione dell’attività, in tutto sono state elevate sanzioni per 450mila euro.
La maggior parte delle violazioni sono state registrate nelle aziende gestite da cittadini cinesi, con alle dipendenze lavoratori extracomunitari, prevalentemente connazionali e pakistani.
I carabinieri insieme alla Asl, hanno, inoltre, proceduto a controlli presso alcuni cantieri edili, in seguito ai quali due imprenditori sono stati denunciati all’autorità giudiziaria: ad uno è contestato l’impiego, in nero, di un lavoratore extracomunitario privo di permesso di soggiorno: il secondo è invece ritenuto responsabile di aver formato un falso contratto d’opera occasionale.