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Cronaca
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Un chilometro di reti, ami e lenze nei fondali di Giannutri

29 maggio 2023 | 15:15
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Un chilometro di reti, ami e lenze nei fondali di Giannutri

Recuperata attrezzatura da pesca e liberato un grande astice blu

Un grande astice blu è il simbolo della prima giornata dell’operazione Mare Libero promossa dallo storcio marchio di pasta Agnesi insieme al Parco nazionale Arcipelago Toscano.

Il crostaceo, per fortuna ancora vivo e in buone condizioni, era rimasto intrappolato in una delle reti fantasma recuperate dall’Isola di Giannutri, in piena zona 1 dell’area a mare, in teoria uno dei settori di massima tutela che ha la funzione di conservazione e accrescimento della biodiversità marina. Un fatto tanto più grave, dunque, ma che ha reso molto evidente l’importanza della complessa operazione, grazie alla quale verranno recuperati oltre 1.200 metri di attrezzi da pesca abbandonati sui fondali in 7 siti censiti intorno all’Isola di Giannutri.

Si tratta di reti usate per la pesca ma anche ami e lenze, oggetti che rappresentano il 15% della categoria Sup cioè Single Use Plastic e che hanno un impatto di lungo periodo, perché rilasciano microplastiche e piombo, oltre a costituire un pericolo costante per la biodiversità perché continuano a pescare in modo passivo per lunghi periodi, uccidendo indistintamente pesci, crostacei, cetacei e tartarughe.

L’operazione si è articolata in varie fasi. All’inizio del mese di maggio, un gruppo di subacquei e biologi, coordinati dal Parco nazionale Arcipelago Toscano, ha effettuato un sopralluogo per mappare la presenza di reti intorno all’Isola di Giannutri catalogandone lo stato: stima della permanenza in acqua, profondità e tipologia di fondale. A partire dal 24 maggio, i sub si sono immersi raggiungendo fondali compresi tra i 10 e i 20 metri di profondità con l’obiettivo di recuperare la maggior parte possibile degli attrezzi da pesca identificati, soprattutto quelli che ancora rappresentano un pericolo per l’ecosistema, tralasciando quelli che – data la lunga permanenza sott’acqua – sono ormai ‘incrostati’ sui fondali: in questo caso, l’intervento di recupero sarebbe stato più dannoso della permanenza in acqua.

“La presenza di reti fantasma e di attrezzature da pesca abbandonate sui fondali e nelle scogliere dei nostri mari è un problema particolarmente rilevante. Sappiamo i danni che provocano all’ittiofauna e conosciamo la necessità di attuare un monitoraggio costante a salvaguardia dell’ambiente marino”, ha dichiarato Giampiero Sammuri, presidente del Pnat.

“Per Agnesi l’impegno alla protezione del mare è una scelta naturale, frutto dei valori aziendali e delle scelte verso percorsi di innovazione che già da anni ne conseguono”, afferma Massimo Crippa direttore commerciale del Gruppo Colussi, di cui lo storico marchio della pasta italiana fa parte. “L’operazione di recupero delle reti disperse, le cosiddette reti fantasma, condotta assieme al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ci pare un tassello centrale del nostro impegno verso la salvaguardia del mare”.