Escono dalla cella con le spranghe e “sequestrano” un agente

Il poliziotto della Penitenziaria minacciato di morte
Gravissimo episodio di violenza accaduto stanotte nel carcere fiorentino di Sollicciano.
Lo denuncia il segretario del sindacato Sappe Francesco Oliviero.
“Un detenuto di origini nigeriane, a mezzanotte circa, ha chiesto di poter essere visitato dal medico di guardia. L’agente addetto alla sezione, una volta avvisato il medico, ha aperto la cella con l’ausilio di un Sovrintendente del Corpo e di un altro poliziotto, per fare uscire il detenuto. Al momento dell’apertura della cella, i 4 detenuti sono usciti con spranghe di ferro, hanno spaccato alcuni vetri del corridoio della sezione.Il sovrintendente e i due agenti attraverso il dialogo hanno cercato di riportare alla calma i detenuti e farli desistere dai loro intendi. Purtroppo, non ci sono riusciti ed il sovrintendente è stato chiuso nella cella insieme ad un altro detenuto e gli altri tre gridavano: “vai, ammazzalo”. Dopo dieci minuti nella sezione sono intervenuti una ventina di agenti accorsi sul posto a seguito dell’allarme generale e sono riusciti a ripristinare l’ordine senza ricorrere all’uso della forza”.
Dura la denuncia del primo Sindacato del Corpo: “Ormai sono continue le aggressioni nei confronti della polizia penitenziaria da parte dei detenuti. La situazione è insostenibile soprattutto perché non vengono adottati i provvedimenti di trasferimento fuori dal distretto Toscana/Umbria dei protagonisti di tali eventi da parte del Dap”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe mette sotto accusa tutti coloro che tendono sempre a sminuire i gravi fatti che accadono nelle carceri: “Per loro, nelle carceri toscane e italiane non succede mai nulla, sarebbero tutte “ragazzate”. Non vedono le risse, i ferimenti e le colluttazioni in cui spessissimo a subire è il personale di Polizia Penitenziaria. Difendono Caino a scapito di Abele. Ignorano o fingono di ignorare”, conclude “il duro e difficile lavoro del poliziotto penitenziario, svolto da donne e uomini che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto: gravi eventi che accadono anche quando loro sono nella tranquillità serale o notturna di casa …”.