Socialmente pericoloso, gli sequestrano beni per oltre 11 milioni

Sotto sigilli immobili e denaro
Sequestrati beni per oltre 11 milioni di euro riconducibili a Michelangelo Fedele, originario di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, e radicato dagli anni ’70 a Castagneto Carducci, ritenuto socialmente pericoloso.
Ad eseguire la misura di prevenzione patrimoniale disposta dal tribunale su richiesta della procura sono stati i finanzieri labronici e i colleghi del comando provinciale di Firenze.
La posizione dell’uomo, gravato sin dal 1967 da plurime denunce e condanne per vari reati, tra i quali più episodi di usura, falsificazione di monete, ricettazione, estorsione, lesioni personali, sequestro di persona e violenza privata, detenzione e porto abusivo d’armi, era di nuovo emersa nell’ambito di un’operazione condotta nel marzo 2021 dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – Gico della Guardia di Finanza di Firenze che, sempre sotto il coordinamento della stessa Procura della Repubblica di Livorno, aveva dato esecuzione a un provvedimento del gip del tribunale labronico con cui era stato disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie, anche per equivalente, fino alla concorrenza di circa 5 milioni e mezzo di euro, in gran parte detenuti all’estero. Nella circostanza erano stati contestati i reati di riciclaggio transnazionale di proventi illeciti nonché il ricorso fraudolento alla procedura di rientro agevolato di capitali dall’estero, nota quale Voluntary Disclosure. In relazione alle evidenze delle attività investigative, la Procura della Repubblica di Livorno ha delegato il Gico di Firenze a svolgere apposita indagine di natura economico-patrimoniale ai sensi del “Codice Antimafia” finalizzata all’applicazione di misure di prevenzione patrimoniale, misure applicabili anche nei confronti di soggetti che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.
Sul punto, una volta documentata la pericolosità sociale, l’analisi economica ha consentito di ricostruire – attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, condotta dalla Guardia di Finanza di Firenze anche con l’ausilio dei reparti del Corpo livornesi – il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità del soggetto, accumulato in decenni di attività, il cui valore risulterebbe sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.
Col provvedimento odierno sono stati sequestrati 66 unità immobiliari (tra abitazioni, terreni, fondi commerciali) ubicate tutte in provincia di Livorno tra Cecina, Bibbona, Castagneto Carducci, Piombino, Suvereto, Rosignano Marittimo e San Vincenzo, per un valore complessivo pari a 6.130.000 euro, oltre a disponibilità finanziarie in Liechtenstein del valore di 5.353.840 euro, per un importo complessivo superiore a 11 milioni di euro.
Alla misura adottata dal Tribunale potrà seguire la confisca del patrimonio, all’esito dell’apposito procedimento nel quale il soggetto destinatario potrà dimostrare che i beni o il denaro sono di legittima provenienza o che di essi non poteva disporne direttamente o indirettamente.