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Cronaca
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Psichiatra uccisa, la parola al dna

23 maggio 2023 | 14:45
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Psichiatra uccisa, la parola al dna

La Procura di Pisa ha conferito gli incarichi a consulenti e periti. Si cerca ancora l’arma del delitto

Ci sono delle scarpe da ginnastica, un paio di ciabatte, alcune mascherine e una cartellina con alcuni documenti tra i materiali acquisiti e sequestrati dalla polizia di Pisa per fare chiarezza sull’uccisione di Barbara Capovani, aggredita all’uscita dal proprio reparto al Santa Chiara dall’ex paziente Paul Seung.

Adesso i reperti saranno consegnati ai consulenti e periti nominati questa mattina dalla Procura di Pisa per svolgere le relative analisi genetiche. Si cercano ancora l’arma del delitto, molto probabilmente un mattarello, uno zaino e gli indumenti usati durante l’aggressione e di cui l’uomo si sarebbe disfatto nel tragitto tra l’ospedale e la stazione da cui poi ha raggiunto la propria abitazione a Torre del Lago.

In queste settimane sono state pattugliate avvalendosi di elicotteri e droni, tutte le possibili vie di fuga di Seung dopo l’omicidio.

La polizia, con la collaborazione della Geofor Spa ha sequestrato tutti i cassonetti e per recuperare il contenuto di uno di questi (collocato in via Pietrasantina, all’altezza della pensilina dell’autobus prima dell’incrocio con via del Marmigliaio), già svuotato, è stato necessario sequestrare un intero container nel porto di Livorno, contenente complessivamente 25 tonnellate di abbigliamento proveniente da varie province della Toscana. L’attività di esame ed inventario è durata due giorni, ha visto impegnati una dozzina di poliziotti della Squadra mobile di Pisa e della Scientifica ed ha permesso di recuperare un paio di scarpe da ginnastica che, confrontate con quelle indossate dall’assassino all’atto dell’aggressione, ricavabili dalle immagini estrapolate prima durante e dopo le fasi del delitto, sono apparse identiche.