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Psichiatra uccisa, il presidente del tribunale di Lucca: “Irreprensibile l’operato dei magistrati”

10 maggio 2023 | 17:00
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Psichiatra uccisa, il presidente del tribunale di Lucca: “Irreprensibile l’operato dei magistrati”

Boragine: “E’ soltanto il personale sanitario che può attivare la procedura del trattamento sanitario obbligatorio”

Psichiatra uccisa, il presidente del tribunale di Lucca, dottor Gerardo Boragine, ricostruisce i passaggi giudiziari antecedenti all’omicidio per mano di Gianluca Seung della dottoressa Barbara Capovani.

“A fronte del risalto mediatico che ha avuto la tragica scomparsa della dottoressa Barbara Capovani, ci rendiamo conto della necessità di una ricostruzione della vicenda che, sia pure inevitabilmente tecnica, faccia chiarezza su passaggi processuali e ambiti di competenza che, nel pieno rispetto delle norme vigenti, vanno tenuti debitamente distinti”, spiega il presidente.

“Arrestato in flagranza il Seung per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni (aggressione a guardia giurata con spray al peperoncino), in sede di convalida veniva applicata nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari – precisa Boragine -, sulla base della relazione del perito nominato dal Tribunale, professore Pietro Pietrini, citata e riportata per interi stralci nella motivazione del provvedimento, è stata emessa sentenza nei confronti del Seung per incapacità di intendere e di volere, con conseguente dichiarazione di inefficacia, come imposto dalla legge, della  misura cautelare”.

In ogni caso, al momento della pronuncia della  sentenza è stata applicata la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di un anno, con affidamento ad una struttura psichiatrica/assistenziale, da individuarsi a cura del Centro Salute Mentale competente. A  seguito del passaggio in giudicato, la sentenza è stata tempestivamente trasmessa all’ufficio del pubblico ministero di Lucca in data 13 luglio 2022 ai fini dei successivi adempimenti per la concreta applicazione della misura a cura del pm e del magistrato di Sorveglianza di Pisa. Successivamente, altre sentenze sono state pronunciate dal Tribunale nei confronti del Seung nelle quali si dava atto della incapacità di intendere e di volere con applicazione della medesima misura di sicurezza della libertà vigilata con affidamento al Centro Salute Mentale competente e conseguente trasmissione agli organi competenti per l’esecuzione.

“Parallelamente, in sede civile è stata attivata, su segnalazione del Centro Salute Mentale, una procedura volta alla nomina di un amministratore di sostegno per il Seung, peraltro, in proposito è necessario evidenziare che nell’attuale panorama normativo l’amministratore di sostegno e il giudice tutelare non possono costringere al ricovero il soggetto né imporgli un trattamento terapeutico contro la sua volontà. D’altra parte, vale sottolineare che è soltanto il personale sanitario che, al ricorrere dei presupposti di legge, può attivare la procedura del trattamento sanitario obbligatorio (Tso), mediante la quale è consentito coartare la volontà dell’amministrato sottoponendolo eventualmente a cure farmacologiche”, aggiunge.

“E’ evidente che  – conclude – l’operato dei magistrati del Tribunale di Lucca è assolutamente irreprensibile. Ciò detto, non posso che condividere le considerazioni del Procuratore capo Domenico Manzione. Resta il problema di fondo della inadeguatezza degli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento. E non solo in relazione alla mancanza di strutture in grado di assicurare una funzione realmente contenitiva e – allo stesso tempo – terapeutica nei confronti degli infermi di mente autori di reati, ma anche in relazione ai poteri conferiti all’Autorità Giudiziaria”