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Cronaca
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Affarista internazionale condannato al maxi risarcimento per i bonifici sospetti dell’immobiliare dei vip

10 maggio 2023 | 14:15
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Affarista internazionale condannato al maxi risarcimento per i bonifici sospetti dell’immobiliare dei vip

La società di Balbano poi fallita era attiva nelle compravendite di case di pregio e nell’edilizia: un misterioso intrigo fra versamenti ai parenti e acquisti all’estero

Una storica e milionaria sentenza ha visto al centro di un contenzioso una intrigante e misteriosa vicenda legata a fatti accaduti a Lucca negli anni passati. Gli ingredienti per un giallo in salsa lucchese ci sono tutti: un affarista internazionale di origini egiziane, una società immobiliare con sede a Balbano poi fallita nel 2017 e alcuni soci anche esterni alla società che hanno apportato capitali per milioni di euro.

Ora il Tribunale delle imprese di Firenze accogliendo le richieste degli avvocati della curatela della Immobiliare Massarosa srl ha condannato l’ex amministratore unico e socio Ismael Adil, di 64 anni, a risarcire oltre 5 milioni di euro per danni provocato alla società.

Gli avvocati Alessandra Lucentini di Lucca e Valentina Varano di Firenze, su richiesta della curatrice incaricata dal tribunale di Lucca, la dottoressa Michela Fantauzzi, nel 2019 hanno deciso di portare in giudizio l’ex amministratore unico per richiedere i risarcimenti dei danni nei confronti della società fallita e quindi dell’attuale curatela. Per gli avvocati nei bilanci dell’Immobiliare figurano finanziamenti soci “in conto capitale” progressivamente cresciuti nel tempo (3,3 milioni nel 2008, divenuti 5,1 milioni nel 2011) ma mai realmente imputati a capitale, non essendo stata neppure approvata alcuna delibera di aumento del medesimo. Ne deducono “una errata appostazione in bilancio, poiché tali somme rappresentavano in effetti meri prestiti dei soci e, quindi, debiti della società”.

Oltre tutto, alcuni dei bonifici, sempre secondo le tesi degli avvocati del fallimento, che hanno incrementato la riserva portavano causali incompatibili con l’aumento di capitale (in uno si legge, ad esempio, “acquisto e vendite di divise estere”), mentre altri non sono stati disposti dai soci ma da terzi (parenti dell’Ismail o di sua moglie, la società inglese Massarosa Ltd, come si legge in sentenza) e, pertanto, non potevano essere comunque equiparati al capitale. Già al termine del 2008, con perdite (11 milioni di euro) superiori al capitale, l’amministratore unico avrebbe dovuto rilevare immediatamente la causa di scioglimento della società e porre i soci davanti all’alternativa tra imputare i finanziamenti a capitale, potendoli così utilizzare per coprire la perdita, o mettere l’immobiliare in liquidazione.

Al contrario, secondo l’accusa Ismail ha proseguito l’attività per altri nove anni senza eseguire alcuna operazione sul capitale sociale ma, in tal modo, ha determinato un danno quantificabile nell’incremento del deficit patrimoniale, ossia in euro 5.140.526,88: di qui la domanda di risarcimento danni degli avvocati. E i giudici fiorentini concordano con tali ipotesi e hanno accolto le loro istanze condannando Ismael Adil a 5 milioni e 63mila euro di risarcimento danni nei confronti del fallimento dell’immobiliare e 80mila euro di spese di lite e di giudizio. L’Immobiliare Massarosa srl si occupava di compravendita di immobili di pregio ma anche di costruzioni sempre nel settore edile, in sentenza però non sono spiegati nel dettaglio tutti gli aspetti della vicenda, per esempio quelli legati al perché poi la società sia fallita, o a chi erano questi soci esterni  e perché avevano aumentato il capitale sociale dell’immobiliare con versamenti milionari e infine come mai la società aveva poi dopo poco tempo accumulato debiti per il doppio del capitale sociale. Ma questo contenzioso civile riguardava esclusivamente il risarcimento del danno da parte dell’ex amministratore unisco e quindi la sentenza ovviamente non contiene tutte le risposte alle domande che possono sorgere in merito alle vicende e ai fatti alla base e a monte dell’intero “affare”. Ismail Adel era difeso dallo studio associato Giambrone con sede principale a Londra.