Arrestata la titolare, altre quattro persone indagate
Blitz della polizia nel primo pomeriggio di oggi (27 aprile) in un centro massaggi di via Pisana a Lucca.


Al termine di indagini che proseguono da alcuni mesi, infatti, sono stati raccolti alcuni elementi di prova, avallati dai magistrati della procura di Lucca, secondo i quali in quel centro in realtà si svolgeva attività di prostituzione.
A finire nei guai la titolare del centro e anche alcune delle massaggiatrici, tutte di origine cinese, che operavano nel centro, al momento messo sotto sequestro. Le persone presenti all’interno del locale, all’interno di un condominio di Sant’Anna, sono state condotte in questura per la notifica dei relativi provvedimenti.
Cinque le persone complessivamente indagate (3 cinesi e due italiani). Per una, Z.L., 49enne di origine cinese e residente a Firenze ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Z.L., di anni 49, cittadina cinese residente a Firenze, regolarmente soggiornante in Italia, ritenuta responsabile del reato di sfruttamento della prostituzione ai danni di giovani connazionali.
Nel mese di ottobre 2022, l’autorità giudiziaria aveva ricevuto una comunicazione di notizia di reato dalla polizia municipale di Altopascio a carico di alcuni cittadini cinesi, riguardante presunte attività illecite a carattere sessuale che venivano svolte all’interno di un immobile di quel comune. L’autorità giudiziaria investiva per ulteriori approfondimenti la Squadra Mobile della questura di Lucca che, sin dai primi servizi di osservazione, constatava che il centro massaggi di Altopascio non era più attivo. Infatti, al numero di cellulare pubblicizzato sulla vetrina rispondeva una cittadina cinese che, aderendo sin dai primi contatti a qualsiasi tipo di proposta di natura sessuale, fissava gli appuntamenti ai clienti all’interno di un immobile situato a Lucca, in via Pisana 180. Dai primi accertamenti è emerso che questo immobile era stato preso in locazione da una cittadina cinese, W.S., già nel mese di marzo 2022.
Nel corso della successiva attività d’indagine, anche di carattere tecnico, è emerso il diverso ruolo di tre cittadine cinesi che sfruttavano giovani ragazze connazionali, ospitandole all’interno dell’immobile, pubblicizzato come “centro benessere”, e facendole prostituire. In particolare, Z.L., arrestata all’esito dell’operazione si occupava di organizzare lo svolgimento delle attività all’interno del centro, acquisendo personalmente ed in via esclusiva i corrispettivi delle prestazioni sessuali fatte ai clienti.
L.T., 54 anni, è risultato essere il titolare del contratto di locazione dell’immobile adibito a sfruttamento della prostituzione, contratto che le indagini hanno dimostrato essere stato sottoscritto all’unico scopo di adibirlo alla prostituzione, anche in considerazione del fatto che l’utenza a lui intestata era quella dedicata a fissare gli appuntamenti, come peraltro confermato da diversi clienti.
W.S., di 40 anni era invece la titolare del centro benessere precedentemente attivo in Altopascio; a lei pertanto è stato contestato l’espletamento dell’attività illecita in quel centro fino al mese di dicembre.
Sono stati altresì indagati due italiani, G.I. e G.R., padre e figlia, rispettivamente di anni 88 e 42 anni, proprietari dell’immobile, cui erano pervenute, per il tramite dell’amministratore di condominio, diverse segnalazioni di un anomalo via vai di persone, anche fuori dagli ordinari orari d’ufficio, cosa parsa parecchio strana tenuto conto che nell’immobile vi erano prevalentemente uffici, le cui attività chiudevano alle 20. Le vittime dell’attività illecita complessivamente identificate sono state quattro, tutte non in regola con la normativa sugli stranieri.
Le indagini della squadra mobile hanno consentito di documentare centinaia di prestazioni sessuali, effettuata dalle 9-9,30 del mattino fino a tarda sera. Una volta fatti entrare nell’appartamento, i clienti concordavano il tipo di prestazione che variava da 50 a 100 euro ed effettuavano il pagamento che veniva riscosso da Z.L. e versato all’interno di una cassa posta nella reception o comunque trattenuto ed occultato.
Nel corso dell’indagine, utilizzando varo escamotage, gli operatori della squadra mobile hanno effettuato alcuni controlli riuscendo di volta in volta ad identificare le ragazze sfruttate. Nella tarda mattinata odierna, gli investigatori hanno fatto irruzione nell’immobile di via Pisana 180 dove hanno rintracciato Z.L., traendola in arresto in esecuzione della misura cautelare.
Con lei una nuova ragazza sfruttata, finora non identificata in quanto da poco giunta in Italia, che stava praticando una prestazione sessuale ad un cliente. Quest’ultima è stata accompagnata in questura e messa a disposizione del locale ufficio immigrazione. Nel corso della perquisizione, nella disponibilità dell’arrestata sono stati trovati 4830 euro, debitamente sequestrati, in quanto provento dell’attività illecita. Sono stati altresì posti sotto sequestro due telefoni cellulari ed un computer portatile.
Al termine delle incombenze di rito, Z.L. è stata accompagnata al carcere di Lucca a disposizione dell’autorità giudiziaria.