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Ex poliziotto condannato a risarcire anche il ministero degli Interni

26 aprile 2023 | 15:45
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Ex poliziotto condannato a risarcire anche il ministero degli Interni

Truffa e tangenti: l’uomo, che lavorava alla portineria della Prefettura di Lucca, dovrà restituire poco meno di 28mila euro

Ex poliziotto infedele condannato dalla Corte dei Conti. 

La decisione arriva dopo la condanna dello scorso anno a 4 anni e 6 mesi per truffa e induzione indebita a dare o promettere utilità da parte del tribunale di Lucca. L’uomo che all’epoca dei fatti lavorava nella portineria della prefettura cittadina è stato condannato al pagamento a favore del ministero dell’interno, della somma di 27794 euro, il danno erariale complessivo è composto dal “danno da lesione del rapporto sinallagmatico” pari a 14089 euro e dal “danno da tangente” pari a 13705 euro.

La magistratura contabile ha anche convertito in pignoramento esecutivo il sequestro conservativo disposto sui suoi beni. Si legge nella sentenza della magistratura contabile pubblicata oggi (26 aprile): “La prova dell’avvenuto scambio di denaro e la sua indubbia natura di tangente, per i motivi rilevati, integrano i presupposti specificati per l’adozione del predetto criterio. Le indagini dei carabinieri di Lucca hanno portato fino a lui e ne è emerso un quadro fosco di soldi, tra i 1000 e i 10mila euro in cambio di multe, pratiche varie e permessi di soggiorno, che hanno portato alla condanna in sede penale della scorsa estate“.

Prosegue la sentenza della Corte dei Conti: “Le condotte dell’ex poliziotto erano volte, infatti, a ricevere abitualmente dazioni di denaro o altre utilità da privati ed erano improntate a soddisfare, con il proprio comportamento, le aspettative degli stessi privati quale contropartita delle utilità ricevute. Il quantum del citato danno può essere ricondotto alle somme illecitamente percepite come accertato dai capi di imputazione del procedimento penale del tribunale di Lucca del 2016 e nella sentenza del 12 luglio 2022, sul presupposto che esse corrispondano, quantomeno, ai maggiori costi sostenuti dall’amministrazione in ragione della compromissione del raggiungimento dei risultati ottimali dell’azione amministrativa sviata nella sua funzione ordinaria”.

Concludono i giudici contabili: “Va, infatti, considerato che una parte delle attività espletate dal convenuto è stata volta, nei numerosi episodi emersi dagli atti del procedimento penale e nel lungo lasso temporale, a favorire soggetti privati nell’ambito di procedimenti amministrativi che vedevano coinvolti la prefettura di Lucca, con notevole impiego di risorse umane ed organizzative dello stesso ufficio. Il danno, quindi, per tale fattispecie è da determinarsi partendo dalle dazioni illecite di cui, secondo quanto sopra esposto, risulta allegata e prova la ricezione, ovvero quelle cui si riferiscono i capi di imputazione”.

Nell’atto introduttivo del giudizio arrivato a sentenza la procura erariale aveva conclusivamente ritenuto sussistenti nella fattispecie tutti gli elementi costitutivi della responsabilità amministrativo-contabile imputabile al convenuto, al quale contesta di aver arrecato al ministero dell’interno un “danno da lesione del rapporto sinallagmatico” e un “danno da tangente”, rilevando la causalità materiale tra le sue condotte reputate dolose e l’evento lesivo, nonché la causalità giuridica tra l’evento lesivo ed i suddetti danni erariali chiedendo 30mila di risarcimento ora ridotto a 27mila. L’ex poliziotto è stato condannato anche a circa 1200 euro di spese di giudizio.

Queste le decisioni di primo grado della corte dei Conti.