E’ ai domiciliari ma la trovano a casa dell’amica, i giudici la “mandano a lavorare”

Dovrà fare lavori di pubblica utilità per i 9 mesi di pena
Evade dai domiciliari e i giudici d’Appello confermando la condanna di primo grado decidono di mandarla a lavorare. Ora dovrà fare lavori di pubblica utilità per tutti i 9 mesi della pena per aver lasciato senza permesso la sua abitazione dove stava scontando una precedente condanna in regime di detenzione domiciliare.
La particolare sentenza dei giudici fiorentini sul caso della donna di Santa Croce sull’Arno è destinata a “fare scuola” come si dice in gergo giudiziario proprio per questo cambio di paradigma rispetto alla sola conferma delle decisioni di primo grado riguardante l’evasione. Una novità che aggiunge molto alla sentenza del Tribunale di Pisa. La donna che era stata condannata in via definitiva per furto ora è stata condannata anche per evasione e ad altri 9 mesi di reclusione ma con la novità citata. La seconda sezione della corte d’Appello di Firenze con sentenza del 7 marzo scorso in pratica ha fatto applicazione della nuova pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità ora prevista dall’articolo 20 bis del codice penale introdotto con decreto legislativo del 2022 (riforma Cartabia), tra le prime se non la prima in Toscana.
La donna di Santa Croce sull’Arno era stata “beccata” dai carabinieri in due occasioni fuori dalla sua abitazione dove si trovava in regime di detenzione domiciliare e in una di queste addirittura i militari l’hanno trovata a casa di una sua amica anch’essa già nota a San Miniato. Nei giorni scorsi i giudici di secondo grado hanno confermato la decisione dei colleghi del Tribunale di Pisa condannandola per evasione dai domiciliari. Secondo il suo legale che aveva chiesto una riduzione della pena la donna soffre di tossicodipendenza e per questo aveva lasciato la sua abitazione. Ma nessuno sconto le è stato concesso.
Per i giudici fiorentini lo stato di tossicodipendenza non consente di ridurre la pena. La donna ora ha perso i benefici dei domiciliari e dovrò svolgere 270 giorni di lavori di pubblica utilità, per un massimo di 8 ore giornaliere. Nel caso di ulteriori violazioni di legge per lei si apriranno le porte del carcere o di una comunità.