
Le foto vengono “rubate” a ignari navigatori
E’ allarme, in tutta Italia, per l’app “Bikini Off”, che “spoglia” senza il consenso, ignari utenti dei social.
Si “ruba” una foto innocente, e la si trasforma in immagini pornografiche, di nudo.
L’app in questione, un esempio di deep fake, utilizza l’intelligenza artificiale per creare falsi e sta sollevando preoccupazioni sia per il diritto alla privacy che per la pedopornografia.
Come funziona? In modo molto semplice: si invia una foto di una persona vestita tramite un bot di Telegram e l’app restituisce un’immagine, molto realistica, ma falsa, completamente senza veli.
Un app, questa, non recentissima, la sua “nascita” infatti risale allo scorso anno, creata in Francia, e diffusa rapidamente anche nel nostro paese, in particolare tra i giovani.
Una tecnologia che fa discutere, in primis per la creazione di immagini false senza il consenso, poi per la produzione, e diffusione, di immagini porno, con, quindi, conseguenze giuridiche, soprattutto se le immagini riguardano minori, con pene che possono arrivare fino a 14 anni di reclusione.
A Roma due minorenni, nell’agosto dello scorso anno, avevano riprodotto virtualmente una foto “modificata” di una conoscente, senza che lei fosse d’accordo, ma il gip ha dichiarato il non luogo a procedere per “irrilevanza” del fatto”: una “imprudenza”, ha motivato il giudice, “ascrivibile a leggerezza giovanile”.