Sbarcati in Toscana i 55 migranti della Life Support

Dopo l’attracco sono state effettuate le verifiche di natura sanitaria e consegnati i beni di prima necessità
Sono sbarcati nel porto di Marina di Carrara i 55 migranti arrivati a bordo della Life Support.
La nave umanitaria è giunta nel porto toscano alle 8 di questa mattina, attraccando alla banchina Taliercio.
Tra i migranti anche tre bimbi con i familiari e tre minori non accompagnati, oltre a 46 uomini e 3 donne.
Ad accoglierli il personale della Protezione Civile, con anche l’assessora regionale Serena Spinelli, oltre alle forze dell’ordine.
Dopo l’attracco sono state effettuate le verifiche di natura sanitaria, poi è scattato il piano approntato dalla prefettura di Massa e i migranti sono stati trasferiti nei padiglioni di Imm CarraraFiere dove erano state allestite le postazioni per l’identificazione, per controlli medico-sanitari più approfonditi e la consegna di beni di prima necessità.
I 55 migranti sono stati trasferiti in centri di accoglienza, non solo in Toscana, mentre per i minori sono stati approntati percorsi specifici.
“Tutta la prima accoglienza – precisa l’assessora Monia Monni – è stata offerta con il supporto volontario della Protezione civile, a spesa della Regione”. “Abbiamo rimesso in campo, sotto la guida della Prefettura come prevede la normativa, tutte le competenze che sono necessarie durante uno sbarco – aggiunge l’assessora Serena Spinelli – Protezione civile da una parte e servizio socio-sanitario dall’altro, in modo da dare sia una immediata accoglienza sia la successiva ospitalità”.
Carlo Maisano, responsabile per Emergency del soccorso in mare, ha raccontato ai giornalisti il salvataggio. “Fortunatamente è andato tutto bene – dice – Siamo stati intimidati dai libici ad allontanarci, ma tutti i migranti erano già saliti a bordo”. Le persone soccorse provengono da Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Nigeria, Palestina, Sudan e Somalia. La nave alla deriva, con il motore in panne, era stata segnalata da Alarm Phone, il telegono per soccorrere i migranti creato nel 2014 da un gruppo di Ong. “Erano tutti stipate su un gommone di otto o nove metri – spiega ancora Maisano –, alcuni a cavalcioni sui tubolari che già si stavano sgonfiando ed altri rannicchiati: costretti tutti a stare per ore e giorni nella stessa posizione, senza neppure spostarsi per i propri bisogni. Ora stanno bene: c’è chi è reduce di mesi od anni passati nei lager libici dove hanno subito torture. Gli abbiamo dato un posto letto, da mangiare e gli abbiamo spiegato dove stanno andando e cosa li aspetterà”.