
“Siamo già in situazione di deficit idrico. Irrigazione di soccorso è un salasso”
“Il caldo di gennaio, quasi come a primavera, ha risvegliato in anticipo gli alberi da frutto esponendoli al rischio di gelate. E sono aumentati esponenzialmente gli eventi estremi. Piove con violenza per poche ore e poi nulla per settimane. Tutti gli elementi a nostra disposizione oggi ci mettono di fronte alla prospettiva concreta di una nuova siccità”.
A rilanciare l’allarme è il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi. “Ci trasciniamo dietro una situazione di forte deficit idrico che nemmeno la neve caduta in questi mesi riuscirà a colmare. Il 2022 è stato il più caldo dal 1955 e le precipitazioni sono state il 30% in meno. Dopo un gennaio con piogge nella media a febbraio è caduta il 57% in meno di acqua. Tra due-tre mesi, quando saremo in piena campagna, dovremo fare nuovamente i conti con la siccità e l’irrigazione di soccorso che lo scorso anno è costata una fortuna alle imprese agricole. Ecco perché dobbiamo cambiare rapidamente il nostro approccio culturale partendo dall’ottimizzare i consumi domestici. Evitare gli sprechi e mettere in pratica tutte quelle strategie per preservare la risorsa. E dobbiamo migliorare la raccolta delle acque piovane: oggi tratteniamo solo l’11%”.
Intanto l’andamento anomalo del clima ha ritardato le operazioni di lavorazione dei terreni e ha tagliato le previsioni di semina di frumento soprattutto tenero (-1,5%), mentre è andata meglio per il grano duro (+2%). È una regione “spaccata” in due quella disegnata da un inverno caratterizzato da temperature ben di sopra della media e da precipitazioni irregolari e spesso violente proprio nel momento clou delle lavorazioni in campo, tra novembre e dicembre, soprattutto nella Toscana Sud, dove gli agricoltori sono stati costretti a rivedere i loro programmi puntando su semine tardive come l’orzo (+1%), come emerge dai dati forniti da Consorzi Agrari d’Italia relativi alla stagione 2023.