Palazzo Vecchio imbrattato, il sindaco si scusa con gli attivisti: “Ho usato espressioni forti”

Nardella: “Ho agito d’istinto, ero allibito e arrabbiato”
A bocce ferme, dopo “qualche” ora dall’imbrattamento di Palazzo Vecchio con vernice lavabile, per mano degli attivisti di Ultima Generazione, il sindaco di Firenze, Dario Nardella fa “un passo indietro” e si scusa, pubblicamente, con un post pubblicato sui social.
“Ho usato espressioni forti, come molti in Piazza della Signoria, ero allibito e arrabbiato. Da uomo delle istituzioni non avrei dovuto rivolgermi in quel modo nei confronti del ragazzo” – spiega riferendosi al placcaggio, immortalato nel video diventato virale non solo in Toscana, ma in tutto il mondo, dove si sente chiaramente anche “che ca..o fai” – Ho agito d’istinto. Come sindaco amo non solo con la testa ma con il cuore Firenze e questa volta è prevalso il cuore, è prevalsa la reazione d’impulso. L’istinto di un padre o madre di famiglia che ha pensato solo a difendere la casa di tutti, Palazzo Vecchio, simbolo della storia e della civiltà di Firenze.
Il mio è stato un gesto d’interdizione per bloccare l’azione vandalica e limitare al massimo il danno. Ho vissuto quella violenza come uno sfregio alla nostra storia, alle nostre radici. La bellezza, la cultura, l’arte sono – come del resto la natura – indifese di fronte alla violenza e all’ignoranza. Sono il cuore della nostra esistenza umana, sono ciò che ci rende consapevoli e liberi. Per questo anche la più condivisibile battaglia, come quella sull’emergenza climatica, non può essere condotta attaccando il patrimonio di tutti. Cura del pianeta e cura dell’arte sono due capisaldi della nostra esistenza”.
“Agli attivisti di Ultima Generazione vorrei dire che la loro frustrazione è più che legittima – aggiunge -. Sono padre di tre figli e come tale vorrei lasciare loro un mondo più sostenibile e giusto. Ma i sindaci e gli amministratori locali sono i primi interlocutori e i primi sostenitori di un cambiamento vero, profondo. Abbiamo bloccato la protesta ma non abbiamo bloccato il desiderio di proteggere il pianeta che ci ospita. Sono convinto che non servano azioni eclatanti, individuali, divisive, ma battaglie largamente condivise e politiche drastiche dei governi che si possano riflettere nelle città che amiamo e viviamo ogni giorno. È ora di dare concretezza alla difesa dell’ambiente. Noi ci proviamo tutti giorni ma sappiamo che senza l’aiuto di tutti sarà impossibile. Diamoci una mano. Io ci sono, Firenze c’è”.