L'operazione delle Fiamme Gialle |
Cronaca
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Banche clandestine scoperte a Firenze e Prato

15 marzo 2023 | 12:15
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Banche clandestine scoperte a Firenze e Prato

I servizi rivolti ad imprenditori cinesi: due arresti e 13 indagati

Due banche clandestine, una con sede in un negozio di Firenze, e una “filiale” a Prato, quelle scoperte dalla guardia di finanza, con movimenti di soldi illegali tra Prato, Firenze e la Cina.

I servizi bancari erano rivolti ad imprenditori cinesi a cui  si offriva il trasferimento di denaro in Cina dietro pagamento del 2,5% dell’importo trasferito.

In due, entrambi di origine cinese, sono finiti in manette  per associazione a delinquere dedita alla commissione di reati di esercizio abusivo dell’attività finanziaria e bancaria.Tredici, sempre cinesi, sono indagati,  a vario titolo, da esercizio abusivo dell’attività finanziaria e bancaria a sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Al termine dell’indagine delle fiamme gialle, coordinate dalla procura, il gip del tribunale di Firenze, oltre a emettere le misure cautelari, ha disposto il sequestro preventivo di denaro per circa 74.000 euro.

I reati contestati, come si legge nell’atto del giudice per le indagini preliminari,  si collocano “all’interno di un sistema stabile e organizzato”.

Un servizio specializzato, offerto alla propria clientela, imprenditori cinesi dei settori dei abbigliamento e pelletteria,  con un sistema di trasferimento che aveva due principali canali:per piccoli importi gli indagati usavano le applicazioni “WeChat” e “Alipay”, che consentono trasferimenti di denaro associando a un conto una o più carte di credito dalle quali, al momento del pagamento, viene prelevato l’importo esatto ritiro. Per importi più consistenti, il denaro  veniva anticipato attraverso conti correnti e carte bancarie accesi in Cina in favore di altre persone che vivevano nella nazione del sol levante, indicate dagli stessi clienti, dopodiché il denaro raccolto in contanti nel negozio fiorentino o nella filiale pratese veniva prelevato da ulteriori connazionali e trasportato fisicamente,

In taluni casi la banca clandestina metteva a disposizione dei propri clienti denaro contante dopo aver ricevuto un bonifico sui conti correnti nella Repubblica Popolare. Dalle indagini è emerso che, al fine di creare un’adeguata provvista che consentisse di far arrivare il denaro ritirato in contanti ai clienti finali, in taluni casi gli indagati avrebbero comprato in Italia, su commissione di connazionali residenti in madrepatria, beni di lusso da inviare loro: a fronte di tali acquisti i committenti accreditavano la relativa somma, comprensiva di  commissioni per il servizio reso, sui conti correnti esteri degli indagati, in modo tale da non necessitare il trasferimento del contante ritirato in Italia verso il Paese di origine.

Le indagini hanno inoltre permesso di evidenziare le criticità in cui sono incorsi gli indagati per trasferire il denaro durante il periodo pandemico a causa delle restrizioni sulla circolazione e dei relativi controlli sugli spostamenti delle persone. Gli indagati infatti si dolgono del fatto che, per i cosidetti “spalloni”, era diventato più complicato far entrare il denaro in Cina a causa della cancellazione dei voli verso quel Paese, pertanto indicavano che la soluzione utilizzata era il trasporto via container ovvero il trasporto diretto via auto da parte degli spalloni fuori dal confine nazionale per versarli presso banche estere ove la legislazione antiriciclaggio era meno stringente.

Durante le indagini è stato inoltre sequestrato, complessivamente, un milione di euro in contanti oggetto di ritiro da parte della banca clandestina e di cui si tentava il trasferimento all’estero, in Jln caso anche tramite un connazionale proveniente dall’Ungheria, mentre i circa 74.000 euro oggetto dell’odierno sequestro disposto dal gip costituiscono il 2,5% di commissione incassata a fronte del ritiro di circa 3 milioni di euro conferiti dai clienti, somma incassata che si è potuto documentare durante le indagini.

“La brillante operazione della Gdf di oggi che ha smantellato 2 banche clandestine cinesi a Firenze e Prato non può che destare preoccupazione. Firenze e Prato si confermano per la criminalità cinese polo di riferimento – il comento di Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto –  La situazione non va in alcun modo sottovalutata in quanto siamo di fronte ad un fenomeno storicamente ben più ampio di quello colpito dall’operazione  che si basa su una società economica parallela che non può essere più tollerata. Ricordiamoci che poco più di venti anni fa fu dimostrata l’esistenza della mafia cinese in Toscana con sentenza passata in giudicato”.
“Nel complimentarci con la Guardia di Finanza per la brillante operazione che ha portato all’individuazione di una banca illegale cinese a Firenze e Prato, non possiamo che rilevare come tale fatto, testimoni ulteriormente la presenza della criminalità organizzata nella nostra Regione – affermano Elena Meini e Giovanni Galli, consiglieri regionali della Lega -.  Le due città si confermano, quindi, centri privilegiati per la delinquenza cinese ed è doveroso che le Istituzioni non sottovalutino il sempre maggiore radicamento di attività illecite, anche straniere, in Toscana. Tali organizzazioni malavitose si affiancano, quindi, pericolosamente e capillarmente a quelle che hanno radici italiane, purtroppo, sempre più attive anche nell’area toscana-precisano gli esponenti leghisti. Tutti, dunque, ognuno per la propria competenza, siamo, pertanto chiamati a fare quadrato per fronteggiare pure queste infiltrazioni delinquenziali estere, presumibilmente di stampo mafioso”.