Pene amputato, niente processo per l’urologo

Non luogo a procedere ma la causa civile va avanti

Un pene amputato, anche se il tumore non c’era, ma l’urologo, che ha eseguito l’intervento,  non andrà alla sbarra.

Il non luogo a procedere lo ha deciso il gup durante l’udienza preliminare al tribunale di Arezzo: il motivo è la tardività della querela, presentata nel 2021,  oltre i termini di legge, quando invece l’intervento chirurgico era avvenuto nel nel 2018.

La difesa della parte offesa aveva precisato che la querela era stata presentata tardivamente, quando il paziente si era reso conto che gli era stato amputato il membro seppur non affetto da cancro. Ma a niente è valsa la “giustificazione”: querela tardiva, niente processo.

L’accusa, per il medico, un 36enne lombardo, era di lesioni gravissime: il paziente, un 69enne della Valtiberina, non aveva un cancro, la diagnosi era errata.  Dall’esame istologico, infatti, non emersero tumori ma solo che l’uomo era affetto da sifilide. 

Se a livello penale la vicenda giudiziaria è chiusa, o meglio nemmeno iniziata, la causa civile va avanti, con la richiesta di risarcimento danni, per lesioni invalidanti, per 400mila euro all’Asl Toscana sud est: l’udienza è fissata per il prossimo settembre.

 

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