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Cronaca
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Emergenza carceri a Livorno e Gorgona, si nomini subito un direttore

8 marzo 2023 | 08:15
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Emergenza carceri a Livorno e Gorgona, si nomini subito un direttore

Appello del garante dei detenuti ad una soluzione immediata

Il Garante dei Detenuti del Comune di Livorno Marco Solimano ha tenuto a Palazzo Comunale una conferenza stampa per evidenziare le criticità presenti nella casa circondariale delle Sughere. Insieme a lui le avvocatesse Aurora Matteucci, presidente delle Camere Penali di Livorno e Guia Tani, referente carceri Camere Penali Livorno. Intervenuto anche l’assessore al Sociale del Comune Andrea Raspanti.

“Un carcere senza guida è un dimenticatoio sociale”, la denuncia con l’appello del Garante per i diritti delle persone detenute del Circondario di Livorno e della Camera penale di Livorno per l’immediata nomina di un direttore o di una direttrice degli istituti di pena.

Il Garante per i diritti delle persone detenute del Circondario di Livorno e la Camera penale di Livorno intendono sollevare l’attenzione sulle condizioni emergenziali in cui versano, ormai da mesi, gli istituti di pena di Livorno ( il carcere Le Sughere e sezione distaccata di Gorgona).

“La mancanza intollerabilmente prolungata della nomina del direttore della Casa circondariale di Livorno – Gorgona – si spiega  ha contribuito a determinare una situazione disastrosa, assenza di solidi punti di riferimento all’interno dei nostri penitenziari. Vuoto istituzionale, questo, che non può essere colmato dalla presenza di una figura dirigenziale pro tempore che, nonostante gli ammirevoli tentativi, non ha modo di sopperire a quei bisogni che unicamente idee e valori di progettualità a lungo termine possono riuscire a soddisfare in sinergia con le aree trattamentali. Di qui anche l’impossibilità della tempestiva elaborazione delle quotidiane e primarie istanze, provenienti dai detenuti, tra le quali ricordiamo la gestione dei vaglia e dei denari, essenziali per il mantenimento delle famiglie che si trovano all’esterno dell’istituto”.

“Tale allarmante situazione – si aggiunge – non può che avere pesanti ricadute anche sugli spazi detentivi, non essendo oggi possibili, proprio per l’assenza di una figura dirigenziale, interventi urgenti per superare le già deprecabili condizioni ambientali in cui versa il penitenziario livornese. Ed infatti, molti degli ambienti di detenzione sono gravemente fatiscenti e insalubri, inadeguati a consentire la piena attuazione di quella finalità rieducativa della pena cui si ispira la nostra Costituzione.Tale situazione è stata persino stigmatizzata dalla magistratura di sorveglianza di Livorno che ha accertato l’esistenza della violazione dei parametri stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per ritenere non disumana e degradante la vita carceraria. A ciò si aggiunge anche la mancanza di una chiara visione dello scenario futuro al quale sarà destinato il carcere “Le Sughere” una volta giunta al termine l’importante ristrutturazione in atto con la consegna dei nuovi padiglioni”.

“Diviene, pertanto impellente – concludono –  anche per tentare di restituire spazi abituali ai detenuti, la consegna immediata del primo padiglione (con una capienza di circa 145 persone) dove potrebbero essere destinati gli attualmente presenti nelle aree “Verde” (circa 45) e del “Transito” (circa 75 persone), così da poter conseguentemente trasferire i  “Semiliberi” – che necessitano di maggiore autonomia rispetto alla restante popolazione carceraria – al recuperato spazio “Verde”. Immediatezza che dovrebbe essere effettiva e tale da consentire una celere consegna dei padiglioni che tenga conto non solo della fine dei lavori di ristrutturazione ma anche dei collaudi richiesti per la vivibilità – e, quindi, effettiva abitabilità – degli stessi. Auspichiamo e chiediamo con forza, quindi, che le autorità competenti vogliano provvedere, il prima possibile, alla nomina definitiva di un direttore o di una direttrice che possa, nello svolgimento delle proprie funzioni, restituire piena fiducia nella possibilità di effettiva realizzazione dei principi di umanità della pena e di rieducazione, attraverso l’instaurazione di un confronto con le realtà operanti del mondo carcerario”.