Era ricercato, per non farsi arrestare prende a pugni, calci e morsi i carabinieri: ora è in carcere

I militari sono stati portati in ospedale, ne avranno per 10 giorni
Per arrestarlo, in esecuzione di un provvedimento di carcerazione per cumulo di pene detentive, i carabinieri di Ponte Buggianese, sono rimasti feriti, aggrediti dall’uomo, poi finito in cella.
I militari dell’Arma hanno individuato il 43enne originario dell’Umbria, ma residente da anni a Chiesina Uzzanese che, dopo vari mesi in cui si era reso irreperibile, forse per eccessiva sicurezza era improvvisamente ritornato nella propria abitazione.
Destinatario di un provvedimento definitivo dell’autorità giudiziaria per cumulo di pene per numerosi reati quali truffa, falsità, sostituzione di persona, insolvenza fraudolenta e ricettazione, doveva ancora scontare 6 anni e 3 mesi di carcere.
I militari, che controllavano regolarmente l’abitazione ed i luoghi più spesso frequentati dall’uomo, intorno alle 10 di mattina di ieri, 28 febbraio, hanno scorto una figura rispondente alla descrizione del ricercato (di corporatura e statura ben al di sopra della media) affaccendata nel giardino di pertinenza dell’abitazione e hanno deciso di intervenire per procedere all’arresto. Accertatisi quindi della reale identità dell’uomo, lo hanno informato del provvedimento a suo carico. Da subito, la reazione ha assunto toni molto accesi,dapprima solo verbali, crescendo velocemente di intensità sino ad arrivare, vista anche la determinazione dei carabinieri ad eseguire il provvedimento, ad essere violentemente fisica.
L’uomo, infatti ha aggredito improvvisamente la pattuglia con calci, pugni e morsi, cercando nel corso della colluttazione di impossessarsi senza successo della pistola di un militare.
Divincolatosi momentaneamente dalla presa si è armato di un falcetto con l’intenzione di usarlo contro i carabinieri che, nonostante la prestanza fisica del soggetto e le lesioni già riportate, sono riusciti a disarmarlo ed a chiamare i rinforzi, per infine ammanettarlo poco prima dell’arrivo dei colleghi.
Il ricercato è stato quindi ammanettato e portato al carcere di Prato e risponderà di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre a dover scontare la pena residua per i reati precedentemente commessi che aveva originato il provvedimento giudiziario.
I militari, che si sono distinti per l’equilibrio con cui hanno affrontato una situazione rivelatasi improvvisamente pericolosa e che potenzialmente sarebbe potuta ulteriormente degenerare, subito dopo l’arresto sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche all’ospedale di Pescia dove sono stati portati a bordo di un’autombulanza, per esserne poi dimessi nel pomeriggio con 10 giorni di prognosi ciascuno.
I carabinieri del comando provinciale di Pistoia esprimono ai due militari i più affettuosi auguri di pronta guarigione.