“Il punto di partenza di un cammino tutto da scoprire insieme”, il nuovo vescovo entra a San Miniato fotogallery

"E' una bella città viva, antica ma giovane" ha detto don Giovanni incontrando il sindaco

La pioggia ha cambiato il programma. Ma un giorno di festa resta di festa, anche sotto la pioggia battente. D’altra parte, questa Chiesa in cammino si sa adattare e la passeggiata a piedi per le vie di San Miniato, il nuovo vescovo della diocesi don Giovanni Paccosi ha tutto il tempo per farsela.

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Oggi 26 febbraio, prima della solenne celebrazione di ingresso, il nuovo vescovo ha voluto conoscere un po’ della sua nuova famiglia. E’ arrivato a Casa verde, dalla Stella Maris e poi dai giovani di Nuovi Orizzonti. In auto ha raggiunto San Domenico, luogo eletto a sostituire il bagno di folla in piazza del Popolo. Lo ha accolto, a nome di tutta la città, il sindaco Simone Giglioli, circondato da molte figure istituzionali che con lui si sono fermate per un saluto in comune.

Ma il bagno di folla quello vero, con la comunità che è salita numerosa in centro storico anche grazie alle navette gratuite messe a disposizione, lo ha avuto in cattedrale. Una chiesa troppo piccola per accogliere la sua ordinazione a vescovo, ma troppo piccola anche per accogliere la sua prima messa in San Miniato: un maxischermo è stato predisposto nella chiesa del Santissimo Crocifisso, dove un diacono ha guidato i fedeli nella preghiera e nei canti e, al momento della comunione, distribuito le particole consacrate.

“E’ una bella città viva, antica ma giovane” ha detto don Giovanni incontrando il sindaco e raccontando che era già stato in quella chiesa, ma che non conosce la zona. Ma lui che ha scelto come motto “Venite ed videte” non ha certo paura di scoprire, a partire dal mettersi in cammino, che inizia oggi.

“La nomina del nuovo vescovo – ha detto Giglioli – ci è arrivata come un dono alla vigilia di Natale, e di questo ringrazio papa Francesco, a ridosso dell’apertura dell’anno giubilare diocesano, iniziato lo scorso 5 dicembre, con cui si celebrano i 400 anni di vita della nostra Diocesi. In virtù dei segni storici profondissimi che la Diocesi ha nell’impatto culturale cittadino, l’arrivo del nuovo vescovo è un punto di riferimento che può aiutarci in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, dove crisi economiche ed energetiche, pandemie, guerre e disastri ambientali azzerano le nostre certezze, accrescendo la fragilità e l’incertezza che serpeggiano nella nostra società. Le istituzioni devono affrontare insieme queste sfide che il futuro ci sta mettendo di fronte, sapendo scegliere con accuratezza e giustizia che cosa sia meglio, confrontandosi e collaborando verso obiettivi comuni: la ricerca di un nuovo equilibrio, di un recupero delle relazioni sociali che contribuiscano a costruire comunità più coese ed accoglienti. E proprio l’accoglienza è ciò che più di tutto ci lega a monsignor Paccosi, lui che ha fatto di questo valore un punto di riferimento nel suo percorso di crescita con la Chiesa, come missionario in America Latina”.

Il sindaco ha poi voluto rivolgere un ringraziamento e un augurio di buon lavoro al vescovo uscente, monsignor Andrea Migliavacca, per il cammino fatto insieme. “La nostra è una comunità coesa e operosa che abbraccia un territorio ricco di vigore produttivo, sia nel settore industriale, ricordo solo la produzione di pelle e cuoio, che in quello artigianale, della logistica, dei servizi”.

La celebrazione

Prima di iniziare la celebrazione, in una staffetta ideale sancita dal passaggio di Pastorale, è stato don Andrea Migliavacca a salutare il suo successore con una sorta di testamento spirituale nel quale gli ha anticipato cosa vedrà, andando. Don Andrea, quello che è stato il vescovo più giovane d’Italia, ha dedicato una bella parte del suo messaggio ai giovani, senza dimenticare il comparto del Cuoio. Incontrerai, gli ha detto, “La vita così com’è, nell’esistenza della nostra gente”.

Una staffetta nella quale è entrato anche il cardinal Giuseppe Betori, che ha consacrato il nuovo vescovo a Firenze e che gli è rimasto accanto per tutta la celebrazione, con don Andrea dall’altra parte. Un abbraccio, che la Chiesa ha voluto dare al nuovo vescovo, per accompagnarlo nel primo passo di questo nuovo cammino, che coincide anche con quello di Quaresima. “Ho avuto il dono di conoscerti come operoso sacerdote”, gli ha detto il cardinal Betori portando il saluto di tutti i vescovi toscani.

Dopo i saluti, il neo insediato vescovo ha salutato i suoi nuovi “figli in Cristo, non per mio merito”, prima di pronunciare la sua prima omelia da vescovo di San Miniato. “La battaglia vera si gioca nel cuore dell’uomo”, ha detto commentando il Vangelo delle tentazioni con le parole di don Divo Barsotti.

Quasi orgoglioso di spiazzare, don Giovanni ha precisato: “Insomma, arrivo alla fine di queste parole che non sono un discorso programmatico, come forse qualcuno si aspettava, ma semmai l’indicazione del punto di partenza di un cammino tutto da scoprire insieme. Il cammino che iniziamo insieme parte dalla battaglia per essere veri, cioè per scoprirci piccoli e peccatori, ma oggetto di un amore così grande che possiamo ora e potremo sempre rimetterci in gioco, per costruire con Cristo un inizio di vita nuova, luoghi ecclesiali e sociali dove sia possibile sperimentare che la vittoria sul male e sulla morte accade qui e ora, e lo vogliamo gridare al mondo con la testimonianza della nostra letizia, per collaborare alla speranza di ogni persona, cominciando da chi soffre di più, unito più di tutti al dono che Cristo fa di se sulla croce”.

Tra i presenti anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e la prefetto di Pisa Maria Luisa D’Alessandro e i rappresentanti di 17 Comuni del territorio diocesano.