Abuso di droghe, Toscana al terzo posto per numero di ricoveri

I dati del ministero della salute riferiti al 2022
Droghe, uso e spaccio in Regione e in Lucchesia, una vera e propria piaga che alimenta il principale business delle mafie che agiscono sul territorio, attraverso affiliati e complici che gestiscono la distribuzione tramite intermediari per arrivare poi ai “capizona”, ai pusher e infine ai clienti, ma non solo, c’è di più. Un altro degli aspetti legati al nefasto mondo delle droghe è legato alla sanità.
“Uno dei motivi di maggiore allarme è costituito dai reati connessi allo spaccio e al consumo largamente diffuso di sostanze stupefacenti e psicotrope, che pur efficacemente contrastato dalle investigazioni degli organi di polizia, come dimostrano le varie operazioni susseguitesi nel periodo di riferimento ha assunto diffusione ormai capillare, con un volume d’affari di entità assai ragguardevole. L’incidenza criminale del traffico di droga permane di rilevante gravità”. Così esordiva alcuni giorni fa il procuratore generale facente funzioni della corte d’Appello di Firenze, Luciana Piras, sull’attività delle procure toscane all’apertura dell’anno giudiziario 2023, nel contrasto alle sostanze stupefacenti. Ma come detto non ci sono solo implicazioni di tipo legale e giudiziario quando si parla di droghe, esistono anche le inevitabili conseguenze legate alla salute delle persone e quindi alla Sanità. Il ministero della Salute ha pubblicato il Rapporto tossicodipendenze 2022, con tutti i dati a disposizione del sistema sanitario nazionale riferiti al 2021, un altro modo di guardare le droghe e di cose interessanti ne emergono molte.
In particolare va sottolineato uno dei dati più particolari del dossiere, quello relativo alle dimissioni ospedaliere avvenute in 12 mesi nelle varie Asl regionali, a seguito di ricoveri relativi all’uso di droghe. E le Asl regionali sono risultate al terzo posto in Italia. Le Regioni Lombardia e Veneto sono quelle che hanno dovuto gestire il numero più alto di ricoveri, e quindi poi di dimissioni, di persone che si sono rivolte ai vari ospedali per malori o problemi di salute per aver consumato droghe. E da questi numeri non ci sono ovviamente le persone che hanno poi perso la vita per overdose o altri eventi sempre riferibili all’uso di droghe, ma solo chi è stato costretto a rivolgersi a strutture sanitarie per aver fatto uso di droghe e si è poi sentito male. Il titolo del capitolo del dossier del ministero della salute è infatti emblematico e molto suggestivo: “La tossicodipendenza rilevata da altre fonti informative: dimissioni ospedaliere correlate alla droga”. L’obiettivo di è quello di completare la rappresentazione della rete delle strutture territoriali con l’analisi dei ricoveri avvenuti in reparti ospedalieri e dei ricoveri in day hospital, degli utenti con problemi legati all’uso di droghe. Sono state considerate le dimissioni dagli ospedali italiani con diagnosi principale correlate all’uso di droghe che in Sanità hanno dieci codici. “Nel 2021 si registrano 15.468 dimessi (14.867 in regime ordinario e 601 in regime diurno) con diagnosi correlate all’uso di droghe dalle strutture ospedaliere italiane. Nel 2021 si osserva un aumento del numero di dimissioni sia in regime ordinario (+7,9% circa) che diurno (+10% circa), rispetto al 2020. Nel 2021 si registrano 181.029 giornate di degenza, con una degenza media di 12,2 giorni, e 4.056 accessi in day hospital”.
In Toscana, nei vari ospedali in 12 mesi sono state gestite, ricoverate, curate e poi dimesse volontariamente, circa 1100 persone, per un media di 3,1 persona al giorno che si è sentita male per uso di droghe. E la media per le 3 Asl regionali (Toscana nord ovest, Toscana centro, Toscana sud est) è pressoché uguale, a testimonianza ennesima della capillarità diffusa su tutto il territorio regionale dell’uso e consumo e in molti casi abuso di droghe. Marijuana e hashish restano le droghe più utilizzate ma la cocaina è quella con il trend più in crescita in assoluto in Toscana. Già i dati del Dcsa del Viminale avevano fotografato benissimo la situazione e sancito ad esempio che le dosi medie quotidiane di cocaina per ogni mille abitanti a Firenze erano 13 e a Lucca 12. Le più alte in regione e fondamentalmente uguali, in termini percentuali chiaramente. A Firenze c’è solo più gente e quindi più cittadini che usano cocaina rispetto a Lucca. Tutto qua.
L’impressione generale è che senza una massiccia campagna di prevenzione, come è stata fatta per le vaccinazioni, forze dell’ordine e magistratura non riusciranno a sconfiggere questo complesso mondo legato alle droghe. Un business che solo in Italia “fattura” ormai circa 25 miliardi di euro all’anno, e se si pensa che si tratta di soldi contanti, non rintracciabili come le transazioni, e privi ovviamente di tasse, si capisce bene che si tratta della prima azienda in assoluto. Laddove la Fiat e i Monopoli di Stato, ad esempio, fatturano cifre più alte (superiori ai 100 miliardi di euro all’anno) ma nessuno può vantare oltre 25 miliardi di euro in contanti e pronti all’uso in Italia, proprio nessuno, se non i signori del narcotraffico che è totalmente in mano alle mafie. Contrasto e prevenzione non saranno mai abbastanza.