“Mi voglio uccidere, non ce la faccio più”: si barrica in casa con un coltello alla gola ma viene salvato dai carabinieri

Portato in ospedale è poi stato affidati alle cure del Serd
“Mi voglio uccidere non ce la faccio più” era questo il tono di una telefonata ricevuta sul 112 dal centralinista del comando provinciale dei carabinieri di Prato, da parte di un uomo con accento straniero, poi rivelatosi essere un 43 enne eritreo. Il militare aveva immediatamente cercato di comprendere le ragioni che affliggevano l’uomo, derivanti da uno stato depressivo causato dalla persistente precarietà lavorativa e, nel contempo, identificarlo sommariamente e localizzarne la posizione in un appartamento del centro storico dove si è fiondata a sirene spiegate una pattuglia del Radiomobile.
Quest’ultima raggiunta l’abitazione aveva preso contatti con il coinquilino raggiungendo l’appartamento e la stanza dove il cittadino eritreo si era barricato persistendo nelle sue intenzioni suicide che continuava a ripetere al centralinista ancora in contatto telefonico, minacciando di tagliarsi la gola con un coltello. Anche i militari intervenuti avviavano il dialogo dissuasivo con l’uomo che però non intendeva ragioni esasperando il proprio stato di agitazione con toni anche farneticanti. L’escalation ha costretto i militari ad un intervento immediato velocizzando le procedure di apertura, operazione già in atto dal loro arrivo, della porta della camera dove l’uomo si era barricato trovandolo con un coltello a serramanico in mano con il quale mimava a più riprese la volontà di tagliarsi la gola. Dopo aver ripristinato un minimo dialogo i carabinieri sono riusciti ad avvicinarlo ed a sottrargli l’arma dalle mani affidandolo quindi alle cure del personale del 118. Accompagnato al pronto soccorso del Santo Stefano era valutato, anche sotto l’aspetto psichiatrico, e recuperata la serenità mentale dimesso riaffidandolo alle cure dei terapisti del Serd, struttura presso il quale è seguito anche in ordine a problematiche si dipendenza che avevano sicuramente avuto un peso importante nella vicenda.
Un plauso ai carabinieri, ma anche alle altre forze di polizia della città, che sempre più spesso intervengono in situazione di soccorso e supporto alle persone più deboli e bisognose della comunità dimostrando sempre vicinanza ed umanità.