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Cronaca
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Abusi sessuali ai danni di una bambina di 12 anni: in manette un 46enne. Divulgava anche materiale pedopornografico

9 gennaio 2023 | 16:45
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Abusi sessuali ai danni di una bambina di 12 anni: in manette un 46enne. Divulgava anche materiale pedopornografico

L’uomo, residente in Versilia, utilizzava foto reali di minori da lui conosciuti, effettuando collage e fotomontaggi, per poi divulgarle e cederle in chat private a carattere sessuale

Avrebbe abusato sessualmente di una 12enne della sua stessa frazione in provincia di Lucca, 46enne finisce in manette all’interno di una più ampia operazione delle forze dell’ordine e della magistratura nella quale risultava già indagato.

La polizia di Stato di Bari, infatti, ha condotto nei mesi scorsi un’operazione, denominata Revelatum, finalizzata al contrasto della pedopornografia online, mediante esecuzione di 67 decreti di perquisizione su tutto il territorio nazionale, che hanno portato all’arresto di 8 persone e alla denuncia di altre 59 per detenzione, cessione e divulgazione di materiale pedopornografico. Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e gli elementi di accusa devono essere ancora convalidati in sede dibattimentale con il contraddittorio della difesa. Ne dà conto il report annuale del Centro operativo per la sicurezza cibernetica (Cosc) per la Toscana, nel report annuale della polizia postale, che nel corso del 2022 ha denunciato in regione 819 persone ed effettuato 18 arresti e 135 perquisizioni. In particolare, nell’ambito dei reati relativi allo sfruttamento sessuale e adescamento di minori online, il Cosc Toscana ha denunciato 101 persone e ne ha arrestate altre 15. Numeri impressionanti.

Per il 46enne della Lucchesia quindi è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare su richiesta della procura di Bari e l’uomo è finito in manette con gravissime accuse da cui ora dovrà difendersi davanti alle autorità giudiziarie. Per i giudici, l’uomo residente nella provincia di Lucca, e per la precisione in Versilia, sarebbe responsabile di produzione, divulgazione, cessione e detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico reati per i quali sempre in Toscana sono state denunciate all’autorità giudiziaria altre 5 persone sempre per detenzione di materiale pedopornografico. Per quanto concerne l’arresto del 46enne, sarebbe stato accertato dagli inquirenti che l’indagato produceva materiale pedopornografico utilizzando foto reali di minori da lui conosciuti, effettuando collage e fotomontaggi, per poi divulgarle e cederle in chat private a carattere sessuale e pedopornografico su Telegram. Inoltre, sempre all’interno delle delicate e complesse indagini, è emerso che l’uomo avrebbe abusato sessualmente anche di una bambina di 12 anni, pure lei residente nella piccola frazione in provincia di Lucca.

L’arrestato riusciva ad avvicinare facilmente i bambini, secondo l’accusa, perché impegnato in attività di volontariato in ambito parrocchiale in Versilia, volta all’accoglienza di minori stranieri, anche nella propria abitazione. Interrogato dal gip di Bari successivamente l’uomo si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere e resta ai domiciliari in attesa degli esiti processuali nei suoi confronti. L’uomo potrebbe finire sotto processo a Bari per alcuni reati di cui è accusato, mentre a Lucca per l’abuso sessuale sulla bambina di 12 anni che sarebbe stato invece commesso in Versilia. Se ne saprà di più nelle prossime settimane.

L’operazione “Revelatum”

L’indagine, durata un anno e mezzo, è stata curata dalla polizia postale di Foggia e Bari con il coordinamento del servizio polizia postale e delle comunicazioni, Cncpo (Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online), sotto la direzione della Procura distrettuale di Bari, coinvolgendo nella sua fase esecutiva più di 50 uffici della specialità su tutto il territorio nazionale tra cui quelli lucchesi. Gli investigatori della polizia postale hanno sviluppato una segnalazione anonima relativa alla presenza di materiale pedopornografico all’interno di un cloud, analizzando scrupolosamente il tenore delle immagini ritraenti minori in atti sessualmente espliciti, che sono state scrupolosamente categorizzate secondo gravità e utilizzate per ricostruire le tracce informatiche lasciate dai soggetti che a vario titolo vi erano entrati in contatto. “Delineate le ipotesi investigative, l’autorità giudiziaria barese ha emesso i decreti di perquisizione, estesa ai sistemi informatici in uso agli indagati, che nel complesso ha consentito agli operatori di ispezionare e sequestrare circa 60 dispositivi, oltre a numerosi spazi virtuali di interesse investigativo. Nel complesso il citato materiale ammonta a più di 500 terabyte di volume, circostanza che ha consentito, in 8 casi di detenzione di ingente quantità da parte degli indagati di materiale pedopornografico, di procedere agli arresti in flagranza di reato, convalidati dalle autorità giudiziarie territorialmente competenti. Il trend nel contrasto alla pedopornografia segna un costante aumento dei casi, scoperti dalla polizia postale e delle comunicazioni in ragione dell’attività di costante monitoraggio della rete e trattazione delle denunce e segnalazioni dei cittadini, pervenute anche attraverso il portale della specialità (www.commissariatodips.it), con l’obiettivo di individuazione degli autori delle condotte delittuose e contestuale salvaguardia e tutela dei minori eventualmente coinvolti”.