Rivolta al Don Bosco dopo l’ora d’aria tra detenuti: un carcerato portato in ospedale

Si sono rifiutati di tornare in cella dopo l’ora d’aria
Caos e tensione al carcere Don Bosco di Pisa.
Nel pomeriggio di oggi, 23 dicembre, un gruppo di detenuti, dopo l’ora d’aria, si è rifiutato di tornare in cella.
Nella protesta, alcuni carcerati, da quanto emerso, avrebbero appiccato il fuoco anche ad alcune suppellettili.
La situazione è tornata alla normalità in tarda serata, grazie agli agenti della Penitenziaria che, con sangue freddo, hanno gestito la rivolta senza dover ricorrere all’intervento di altre forze di polizia.
All’origine della protesta il comportamento, fuori dalle righe di un detenuto che avrebbe dato in escandescenza e che è stato portato in ospedale e sottoposto a un Aso.
Per Donato Capece, egretario generale del Sappe “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie. Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Opg dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. La polizia penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”.
Impietosa la denuncia di Capece, che esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati dai poliziotti penitenziari di Pisa: “Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia”.
Immediato il commento del deputato della Lega Edoardo Ziello. : “Quanto accaduto nel pomeriggio all’interno del carcere Don Bosco di Pisa è preoccupante. Momenti di tensione e caos quando alcuni reclusi che, secondo quanto si è appreso, non solo al rientro dall’ora d’aria si sarebbero rifiutati di fare ritorno nelle celle ma avrebbero anche appiccato il fuoco ad alcune suppellettili. Serve un cambio di paradigma. Soprattutto occorre garantire la sicurezza degli agenti di polizia Penitenziaria che, quotidianamente e in condizioni lavorative spesso indicibili, garantiscono il funzionamento delle strutture carcerarie. Troppe volte si sono annunciati cambiamenti epocali per non cambiare nulla ma ora, fortunatamente, con il governo di centrodestra ci sarà una svolta decisiva”.