Palpeggiò la giornalista fuori dello stadio: condannato per violenza sessuale

Pena sospesa a condizione di un percorso di recupero

E’ stato condannato per violenza sessuale a 1 anno e 6 mesi, pena sospesa e subordinata a un percorso di recupero, l’uomo che, in diretta tv, dopo l’incontro di calcio allo stadio tra Empoli e Fiorentina, all’esterno dell0 stadio Castellani palpeggiò l’inviata Greta Beccaglia.  

Lo ha deciso, in rito abbreviato, il tribunale di Firenze.

Quanto al risarcimento danni, l’uomo, Andrea Serrani, ristoratore delle Marche, dovrà versare a Beccaglia 10mila euro a titolo di provvisionale e 5mila euro ciascuno alla Fnsi e al Cnog, parti civili al fianco della cronista.

Il fatto avvenne il 27 novembre dello scorso anno, fuori dallo stadio di Empoli: l’uomo toccò il sedere alla giornalista Greta Beccaglia mentre era impegnata in una diretta televisiva per l’emittente Toscana Tv.

Il giudice ha disposto la sospensione della pena per 5 anni subordinandola alla partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per il reato di violenza sessuale. 

In aula erano presenti Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana, in rappresentanza della Federazione nazionale della Stampa italiana, e Giampaolo Marchini, presidente dell’Odg Toscana, per il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

“La Fnsi ringrazia l’Assostampa e l’Ordine della Toscana, che hanno seguito dall’inizio la vicenda e hanno deciso di procedere insieme nella costituzione di parte civile e in ogni altra iniziativa a sostegno della collega, e l’avvocato Giulio Vasaturo, che per l’ennesima volta ha rappresentato le ragioni delle giornaliste e dei giornalisti in tribunale –  si legge in una nota  del sindacato -. L’invito a tutte le colleghe e i colleghi è a denunciare sempre ogni tentativo di intimidazione, minaccia o aggressione perché ognuno di questi episodi è un attacco non solo al singolo operatore dell’informazione, ma a tutta la categoria dei giornalisti”.

 

 

 

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