
È ricoverato nel reparto di malattie infettive del San Luca
Una grave forma di meningite batterica da Listeria. È quanto diagnosticato dai medici ad un 59enne di Lucca che da dieci giorni è ricoverato all’ospedale San Luca. Dopo i primi malesseri e la nausea, è salita la febbre ed è stato attivato il 118, che con un’ambulanza lo ha trasportato al pronto soccorso dove sono stati effettuati tutti gli esami del caso che, purtroppo, hanno confermato i sospetti del medico. Adesso si trova ricoverato nel reparto di malattie infettive ma non è ancora fuori pericolo a causa di una complicanza.
A raccontare le prime fasi e il decorso della malattia è la moglie che è in comprensibile stato di apprensione: “Mio marito – afferma – sta lottando contro complicanze portate da questo batterio”.
Il 59enne, secondo quanto ricostruito, ha iniziato ad accusare malessere e nausea il 25 ottobre scorso. Ha smesso di mangiare e la notte le condizioni si sono aggravate. Il giorno successivo ha continuato a rifiutare il cibo. “Per andare a letto mostrava una prima sofferenza cerebrale nel comando motorio degli arti inferiori. Non ci siamo allarmati in maniera eccessiva, poiché per patologie pregresse ha deficit motorio di normale”.
Due giorni dopo i primi malesseri, il 27 ottobre scorso, è stato consultato il medico di famiglia che ha suggerito di iniettare Plasil per bloccare il vomito ma non è servito. A quel punto è salita anche la febbre a 38,3. A quel punto parte la chiamata e un’ambulanza conduce l’uomo al pronto soccorso, dove la febbre sale e supera i 39 gradi. Subito è stata fatta la visita e sono stati eseguiti gli esami del caso da parte del medico di turno che è stato molto scrupoloso. Il giorno successivo il responso e il ricovero nel reparto di malattie infettive, in gravi condizioni a causa di una complicanza. “Lucca è in stretto contatto con la neurochirurgia di Pisa costantemente – racconta la moglie -. Non sappiamo quale cibo abbia potuto trasmettergli questo batterio. I wurstel incriminati, un mese fa li avevamo eliminati dal frigo. L’istituto superiore di sanità in questi casi avvia un’indagine sotto forma di intervista cercando di far ripercorrere i 70 giorni precedenti l’insorgere della malattia, che purtroppo non possiamo ricordare minuziosamente. Adesso riconosce le persone, non sempre dove si trova. La complicanza non è ancora risolta ma è stazionario. Devo anche dire che è seguitissimo e posso constatare come il corpo medico infermieristico e oss si prodighino per i pazienti che seguono. Hanno tutta la mia stima”.