Cadavere nel golfo di La Spezia: indagini congiunte con Massa per dare un’identità al corpo

Solo l’esame del Dna potrà chiarire se è il giovane turista tedesco che si era tuffato dal pontile di Marina senza riemergere
Indagini congiunte delle procure di La Spezia e Massa Carrara per il giallo del ritrovamento del cadavere, saponificato, nelle acque del golfo della città ligure che si presume possa essere il corpo del giovane turista tedesco 20enne disperso in mare sulla costa toscana.
Il ragazzo, come noto, si era tuffato dal pontile di Marina di Massa e l’amico, riuscito a salvarsi per miracolo, aveva dato l’allarme.
Le ricerche, iniziate immediatamente, all’alba della mattina dello scorso 27 settembre, con vedette della Capitaneria di Porto apuana e dei colleghi di La Spezia, sommozzatori e mezzi aerei dei vigili del fuoco, elicotteri della Guardia Costiera da Luni e e del Roan da Livorno, erano andate avanti per giorni, purtroppo senza esito.
Il mare mosso, alimentato dal forte vento di libeccio, con un corpo inghiottito dalle onde nella burrasca, hanno reso difficili le operazioni di ricerca, proseguite, comunque, senza sosta, scandagliando la costa apuana, versiliese e ligure.
Per dare un nome e un volto al corpo straziato recuperato dagli uomini in divisa blu della Guardia Costiera di La Spezia, intervenuti dopo l’avvistamento da parte di un diportista, il pubblico ministero della procura spezzina ha disposto l’esame del Dna, da comparare con quello della famiglia del giovane disperso. Probabile che a svolgere l’esame genetico sia l’anatomopatologa Susanna Gamba.
Nudo, senza più un’identità, in stato di decomposizione, non è stato, infatti, possibile identificarlo.