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Cronaca
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Ancora sangue a Sollicciano: detenuto aggredisce due agenti

1 settembre 2022 | 09:15
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Ancora sangue a Sollicciano: detenuto aggredisce due agenti

Capece: “Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza”

Ancora sangue e violenza nel reparto centro clinico del carcere fiorentino di Sollicciano, ieri, 31 agosto, nel pomeriggio. .

Un detenuto nordafricano, con modi arroganti, ha chiesto al preposto di turno di cambiare il televisore che si era appena rotto – denuncia Francesco Oliviero, segretario regionale per la Toscana del sindacato autonomo polizia penitenziaria -. L’agente gli ha spiegato che si sarebbe attivato, ma doveva avere pazienza. Alla risposta, il detenuto è uscito dall’ufficio e ha iniziato a sbattere le finestre della sezione con l’intento di romperle.Il detenuto ha poi aggredito fisicamente l’agente di servizio, intervenuto per calmarlo che invece lo ha minacciato con una lametta. Il poliziotto è riuscito a immobilizzarlo ma, per liberarsi dalla presa, il detenuto gli ha morso il dito indice della mano destra e gli ha procurato escoriazione sull’avambraccio sinistro. Con l’ausilio di altri colleghi, sono riusciti a fatica a riportare il detenuto nordafricano nella cella di appartenenza. L’agente è stato trasportato con l’ambulanza al vicino pronto soccorso del nosocomio cittadino San Giovanni di Dio”.

Oliviero evidenzia che “il detenuto non è nuovo ad aggressioni al personale. Difatti è stato da poco trasferito nell’istituto fiorentino per ordine e sicurezza in quanto aveva già aggredito altri colleghi negli istituti di Pisa e Livorno.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, sollecita interventi ministeriali: “Si intervenga al più presto perché il personale della Penitenziaria è allo stremo. Non si può continuare così, senza un minimo di sicurezza per i colleghi che vanno a lavorare e non sanno se e quando ritorneranno a casa, senza contusioni o quant’altro. Mi preoccupa questo nuovo grave episodio avvenuto nel carcere di Sollicciano, anche perché continuano a restare inascoltate le nostre segnalazioni al Dap di Roma sulle disfunzioni e sugli inconvenienti che si riflettono sulla sicurezza e sulla operatività delle carceri campane e del personale della Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una significativa carenza di organico. Ed è incomprensibile che chi ha il dovere di intervenire, ossia l’amministrazione penitenziaria regionale e nazionale, non intervenga tempestivamente”.

Capece denuncia infine che il personale di polizia penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi e scudi antisommossa, sfollagenti e kit antisommossa promessi dal capo del Dap Renoldi: “La situazione delle carceri italiane, per adulti e minori, è sempre più allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti. Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici) ma i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria fanno solo chiacchiere e la polizia penitenziaria continua a restarne sprovvisto. Basta! Servono con urgenza provvedimenti per gli uomini e le donne della  Penitenziaria che ogni giorno, nelle galere d’Italia, sono le vittime di aggressioni, umiliazioni, improperi, ferimenti, risse e colluttazioni da parte della frangia violenta dei detenuti”.