Effettua un bonifico tramite app ma i soldi non arrivano a destinazione: arbitrato in Bankitalia dà ragione all’imprenditore di Pietrasanta

La ricevuta dell'operazione era corretta ma l'Iban del destinatario finale non coincideva: ipotesi attacco hacker

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Le truffe informatiche sono ormai una vera e propria piaga e nonostante i continui aggiornamenti dei sistemi di sicurezza e di controffensiva, ogni tanto un colpo, purtroppo, riesce.

A volte è per comportamenti poco attenti degli utenti ma altre volte gli hacker riescono a violare anche siti web monitorati e iper controllati. È il caso di un imprenditore della Lucchesia che il 16 giugno dello scorso ha effettuato un bonifico da un suo conto societario da 28mila euro verso un altro conto, sempre intestato alla stessa società, per estinguerlo. Dall’app della sua banca, con grande comodità ed efficienza, effettua l’operazione dal suo smartphone, utilizzando le sue credenziali e il sistema di sicurezza detto a doppio fattore, che prevede praticamente una doppia identificazione e l’utilizzo di due codici. L’applicazione ufficiale della banca registra il bonifico nelle operazione effettuate che vale tanto quanto la distinta rilasciata a uno sportello e successivamente nota nella lista movimenti il bonifico in uscita da 28mila euro.

Non ci pensa più fino al 20 giugno quando chiama la banca di cui voleva estinguere il conto corrente che, però, gli comunica di non aver ricevuto nulla. Riapre l’app della banca da cui aveva effettuato l’operazione e si accorge che qualcosa non va. Nella lista movimenti l’iban del destinatario non corrisponde a quello della ricevuta del bonifico nella sezione dedicata alle operazioni effettuate. A quel punto chiama la sua banca e fa notare la cosa. In un primo momento gli vengono restituiti sul conto corrente i 28mila euro oggetto di contestazione ufficiale, ma il 30 giugno una mail della banca lo avvisa che è stato effettuato lo storno della cifra perché a seguito di approfondimenti e verifiche non risultano anomalie nel bonifico effettuato. L’uomo chiama il numero verde della banca e prova a spiegare che il bonifico risulta corretto per quanto riguarda le credenziali e le password e i codici di sicurezza perché è stato lui ad ordinarlo ma quello che non va bene è il destinatario che nella ricevuta risulta essere corretto ma nella lista movimenti no. Ma la banca non intende sentire ragione, per loro è tutto a posto.

L’uomo decide insieme ai suoi legali di chiedere l’intervento della Banca d’Italia tramite l’arbitrato. La via più rapida e meno costosa per provare a risolvere a livello stragiudiziale il contenzioso e provare anche a recuperare i soldi. Nelle scorse settimane Bankitalia dopo aver avviato l’arbitrato gli ha dato ragione e ha ordinato alla banca di restituirgli i 28mila euro che erano finiti su un conto estero e che probabilmente non saranno mai recuperati dall’istituto di credito che però è stato ritenuto responsabile giuridicamente per l’evidente “attacco hacker” subito dal suo sistema di internet banking.

La ricevuta del bonifico ha fatto la differenza nella decisione di Bankitalia, visto che a quell’ora precisa risulta dalla documentazione acquisita un solo bonifico per cui gli arbitri hanno ritenuto che sia stata la banca a subire una violazione da parte di qualche hacker particolarmente abile. I sistemi di sicurezza sono sempre in aggiornamento ma l’eterna battaglia tra “guardie e ladri” è sempre esistita e probabilmente non finirà mai.

Agli utenti si richiede sempre la massima attenzione. Nel dubbio meglio fermarsi e chiedere lumi alla polizia postale o alle forze dell’ordine.

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