Accessori per telefoni senza il “Made in China”: maxi sequestro nel porto di Livorno

L’importatore potrà commercializzare la merce soltanto dopo l’apposizione della prescritta etichettatura su ogni singolo pezzo.
I funzionari dell’Adm di Livorno, a seguito di un’approfondita verifica di una partita di merce di origine e provenienza cinese, costituita da 516 colli contenenti un totale di 123mila accessori per la telefonia, hanno rilevato che su 98mila pezzi non era stata apposta l’etichetta con la necessaria dicitura Made in China.
La mancanza di tale etichetta, o comunque di un riferimento alla condizione di prodotto importato, come previsto dall’accordo di Madrid, potrebbe infatti indurre il consumatore medio a ritenere che i prodotti possano essere di origine italiana.
Al termine dell’operazione, pertanto, i funzionari Adm ritenendo configurarsi la fattispecie della fallace indicazione di origine, hanno proceduto al fermo amministrativo dei 98mila pezzi risultati non conformi, dandone immediata comunicazione alla locale Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, competente per l’irrogazione delle relative sanzioni che possono andare da un minimo di 10mila a un massimo di 250mila euro.
L’importatore potrà commercializzare la merce soltanto dopo l’apposizione della prescritta etichettatura su ogni singolo pezzo.