Il rischio idrogeologico potrebbe “far franare” l’economia tra Pisa e Firenze: i timori di Bankitalia

Esondazioni, frane e smottamenti potrebbero avere riverberi negativi sull’economia e sull’accesso al credito bancario
Nel report annuale con dati aggiornati fino a maggio scorso, Bankitalia si dice preoccupata per le zone a rischio idrogeologico, esondazioni, frane e smottamenti tra Pisa e Firenze. Fattori, questi, che potrebbero avere riverberi negativi sull’economia e sull’accesso al credito bancario.
Un altro problema all’orizzonte del sistema produttivo del Pisano, che si aggiunge a pandemia, guerra e costi in aumento dell’energia. Dopo le pesanti conseguenze generate dalla pandemia di covid 19, nel 2021 l’economia toscana è risultata in forte recupero. La crescita, delineatasi già nella prima parte dell’anno è stata sospinta anche dalla ripresa dei flussi turistici e di alcuni settori manifatturieri di specializzazione regionale, come la moda. Sul finire del terzo trimestre si sono tuttavia intensificate le difficoltà di approvvigionamento di alcuni input produttivi e le tensioni al rialzo sui prezzi, aggravatesi ulteriormente con lo scoppio del conflitto in Ucraina, con forti condizionamenti sulla ripresa. Il report annuale sull’economia della Toscana e delle sue province, con dati aggiornati a maggio scorso, risentono fortemente del conflitto in Ucraina. La ripresa c’era ed era in corso ma l’inizio della guerra ha scombinato un po’ tutto anche a livello economico per le conseguenze sui costi dell’energia.
A Pisa c’è un altro aspetto, oltre a pandemia e guerra, che preoccupa i vertici di Bankitalia: il rischio idrogeologico. Si legge infatti nerl report: “Il cambiamento climatico globale ha prodotto negli ultimi decenni, anche in Italia, un incremento delle temperature medie e della frequenza e intensità degli eventi estremi. Il maggiore rischio fisico e di transizione che ne deriva potrebbe avere conseguenze negative sulla sostenibilità economica e finanziaria delle imprese, con un effetto anche sulla qualità del credito. Per una valutazione preliminare a livello regionale dell’impatto sulle esposizioni bancarie del rischio fisico connesso con eventi climatici estremi è stato considerato il rischio idrogeologico esistente, misurato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) nella mappatura nazionale di pericolosità derivante da frane e alluvioni.
A dicembre 2020 un terzo delle esposizioni creditizie era associato a imprese localizzate in territori con una pericolosità idraulica medioalta, una quota molto al di sopra della media italiana; l’incidenza superava il 50 per cento nelle province di Pisa e di Firenze. Nello stesso periodo la quota di prestiti a imprese situate in territori a rischio frane era pari al 7 per cento del totale, sfiorando un quinto in provincia di Siena. In base ai dati AnaCredit, l’incidenza dei prestiti in essere verso aziende toscane che presentano una rischiosità creditizia elevata (probabilità di default superiore al 5 per cento) e che sono localizzate in un territorio a rischio idraulico o di frane medio alto, risultava pari rispettivamente al 7,6 e all’1,6 per cento, valori molto al di sopra della media nazionale”.
Qualcosa in più rispetto alle altre province toscane sui cui riflettere e cercare soluzioni prima che gli eventi atmosferici, quasi inevitabili nelle prossime settimane, infieriranno sul territorio pisano e su tutte le zone e i Comuni dove scorrono l’Arno e i suoi affluenti e il territorio a rischio smottamento e frane, perché per Bankitalia questo potrebbe avere riverberi negativi anche a livello economico e di accesso al credito bancario.