
L’Agenzia regionale per l’Ambiente ha reso noto il monitoraggio
L’incendio di Massarosa ha prodotto una nube di fumo grigio fitto che si è propagata da Massarosa verso est fino a Firenze. L’incendio ha interessato una vasta area della provincia lucchese.
Sono i dati forniti da Arpat Toscana che ha reso noto, dopo i 4 giorni di rogo che mandato in cenere 800 ettari di bosco e ulivi, il monitoraggio delle polveri sottili Pm10, Pm2,5 che, portate dal vento con il fumo e l’odore di bruciato, sono arrivate fino all’Appennino.
Nella giornata del 20 luglio, ha spiegato l’agenzia regionale per l’ambiente, si è verificato un netto aumento dei livelli di Pm10 e Pm2,5 (microgrammi/m3 ) nelle stazioni di rilevamento delle province di Lucca, Massa e Pistoia con superamenti del valore limite giornaliero di Pm10 a Lucca e Massa.
Giovedì 21, invece, non si sono verificati superamenti del valore limite giornaliero del PM10 e sia a Lucca che sulla relativa costa i valori tendono a diminuire; risultano invece ancora in lieve aumento nella provincia di Pistoia e Prato, pur rispettando ampiamente il limite.
I dati a cui viene fatto riferimento, sono registrati dalle centraline delle rete di monitoraggio regionale che rilevano i livelli delle polveri.
Le maleodoranze sono state percepite anche in località molto distanti dall’area dell’incendio.