Duplice omicidio a Sarzana: Daniele Bedini tenta la fuga dal carcere con una corda di stracci

Il detenuto è stato trasferito in una cella di isolamento
In carcere a La Spezia, accusato del duplice omicidio di Nevila Pjetri e Camilla, al secolo Carlo Bertolotti, i cui corpi furono ritrovati nella zona di Marinella di Sarzana, Daniele Bedini, il 32enne di Carrara arrestato dai carabinieri, ha tentato l’evasione.
Da quanto ricostruito dalla Penitenziaria l’artigiano detenuto aveva costruito una corda, fatta di stracci, nascondendola e, poi, l’ha lanciata fuori dal muro per scavalcarlo.
Ad accorgersi del tentativo di fuga è stato un agente, oltre al fatto che la corda stessa non era in grado di reggere il peso del detenuto che, spezzatasi, lo ha fatto cadere in terra.
Scattato l’allarme Daniele Bedini è stato fatto controllare da un medico, che non ha accertato danni fisici, e l’uomo è stato trasferito in una cella di isolamento. Per lui è scattata la denuncia per tentata evasione
“E’ indubbio che oggi il carcere di La Spezia – afferma il segretario regionale del Sappe Michele Lorenzo – rappresenta un punto di cruciale vulnerabilità determinata da una esponenziale presenza di detenuti connotati da varie problematiche, il che rappresenta, per la polizia penitenziaria, un surplus di attività inserito in un sistema penitenziario depotenziato a contenere i continui eventi critici”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria del Sappe: “Quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri, che vede sempre maggiori ricorsi a visite in strutture a ospedaliere esterne nonostante buona parte delle carceri abbiano Centri diagnostici terapeutici (Cdt) e infermerie all’altezza con personale medico e paramedico adeguato. E’ grave che il personale non abbia potuto disporre del prezioso ausilio delle centrali operative regionali che sono state assurdamente soppresse, sempre nella logica di depotenziare un corpo di polizia dello Stato quale è la polizia penitenziaria, per ridurre la nostra istituzione ad unità di supporto ai detenuti e alle politiche trattamentali secondo le indicazioni del garante dei detenuti. Adesso basta!”.