Processo Sciarrone, il legale della capitana: “In aula un Compro Oro non ha saputo riconoscere con certezza i gioielli”

Tra i testi dell’accusa escussi oggi anche l’allora comandante della Compagnia di Massa
Nuova udienza, oggi (11 maggio), al tribunale di Massa per Rosa Sciarrone, l’ex comandante del Nucleo operativo e radiomobile del capoluogo apuano, all’epoca tenente e ora capitano, accusata di peculato dagli inquirenti per essersi appropriata di denaro, circa 5mila euro, e gioielli che erano sotto sequestro penale e custoditi in caserma.
A sfilare sul banco dei testi dell’accusa sono stati tre Compro Oro, uno di Ferrara, uno di Padova e uno di Massa, quest’ultimo situato quasi difronte al comando dell’Arma dove Sciarrone era in servizio all’epoca dei fatti e dove la stessa avrebbe, sempre secondo l’accusa, venduto i monili.
“Rilevante proprio la testimonianza della titolare del Compro Oro massese – spiega il legale della capitana, avvocato Stefano Gomiero del Foro di Verona – che non ha saputo riconoscere con certezza, sia dalle foto in bianco e nero mostratele che dai registri, gli oggetti venduti”. Un crocifisso in particolare, precisa il legale, molto dozzinale.
“Alla mia domanda in controesame – aggiunge Gomiero – se quando gli investigatori le hanno mostrato le immagini dei gioielli spariti dalla caserma ci fossero altre persone presenti, la teste ha risposto di si. E la persona presente nel Compro Oro era un uomo arrestato precedentemente dalla mia assistita”.
“Non solo, tra i clienti del Compro Oro – spiega ancora l’avvocato – c’erano anche altri appartenenti alle forze dell’Ordine
Poi è stato ascoltato l’allora comandante della Compagnia, spiega il legale, che ha affermato che l’allora tenente, molto giovane, era un ottimo militare nel campo operativo e che era solo stata “ripresa” per non curare abbastanza la parte burocratica relativa giustappunto alla custodia dei reperti sequestrati.
Altri testi dell’accusa, che non si sono presentati all’udienza odierna, saranno ascoltati alla prossima udienza fissata per il 13 luglio.
La lista testi della difesa è corposa: circa 100 le persone citate tra colonnelli che si sono succeduti al comando provinciale, vari militari dell’Arma e finanzieri delle fiamme gialle, oltre una cinquantina di titolari di compro oro sia della provincia di Massa che di Verona e Padova dove Rosa Sciarrone era stata trasferita dopo l’incarico a Massa.
“Ve lo immaginate – ribadisce ancora una volta l’avvocato di Rosa Sciarrone – un tenente dei carabinieri che comanda il nucleo operativo e radiomobile di Massa che sequestra i gioielli ai ricettatori del posto e poi va a venderli al Compro oro, davanti alla caserma dove è stata per sette anni, per intascarsi i soldi e fare la bella vita tra auto di lusso e vestiti firmati?”
“Molti gioielli – ha aggiunte l’avvocato – sono stati dati alla mia cliente da sua mamma, per venderli: erano oggetti ereditati da lutti avuti in famiglia”.