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Cronaca
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Nuova accusa per il cittadino cinese in cella per sequestro di persona: omicidio e occultamento di cadavere

2 aprile 2022 | 10:15
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Nuova accusa per il cittadino cinese in cella per sequestro di persona: omicidio e occultamento di cadavere

Si aggrava la posizione dell’uomo già ristretto alla Dogaia

Lo scorso 29 marzo i carabinieri avevano dato esecuzione ad un’ordinanza del gip del tribunale di Firenze, applicando la misura cautelare della custodia in carcere a carico di un cittadino cinese, già in cella alla Dogaia, per l’accusa di aver sequestrato un connazionale.

La nuova misura, secondo l’ipotesi d’accusa, riguarda il reato di omicidio dell’uomo, i cui resti del cadavere sono stati rinvenuti a Prato nel giugno 2021, in una fossa adiacente a un casolare diroccato in un’area boschiva  in località Le Sacca di Prato.

Sulla base degli elementi di prova sinora raccolti, l’uomo risulta, altresì, indagato anche del reato di occultamento di cadavere.

Vi sono ulteriori personaggi cinesi, attualmente in stato di libertà, indagati per i medesimi reati.

I fatti risalgono al 26 aprile 2021, quando un conoscente della vittima si era presentato presso la caserma dei carabinieri di Prato per denunciarne la scomparsa, ipotizzando la possibilità di un sequestro di persona a scopo estorsivo. Gli accertamenti svolti nell’immediatezza avrebbero dato subito consistenza a tale ipotesi, anche in ragione dell’attività lavorativa di broker abusivo svolta dalla vittima, che faceva cambio valuta e trasferimenti di denaro a nero dall’Italia alla Cina.

L’identità della vittima, il cui cadavere è stato rinvenuto in avanzato stato di decomposizione, è stata accertata mediante accertamenti tecnici di natura genetica.

Le complesse indagini, tuttora in corso, coordinate dalla Dda, direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica  di Firenze, sono svolte dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Prato, con l’ausilio della sezione Anticrimine del Ros dei carabinieri di Firenze, le cui specifiche competenze tecniche hanno già consentito di procedere a una sofisticata e approfondita attività di analisi di una grande mole di dati di traffico telefonico e telematico acquisiti. Sono state raccolte inoltre numerose testimonianze e sono state analizzate le memorie informatiche di decine di apparecchiature telefoniche sequestrate.

Secondo quanto finora emerso, Yan Zongwei sarebbe stato ucciso con ogni probabilità lo stesso giorno del suo sequestro,dopo essere stato costretto ad eseguire movimentazioni di denaro on line verso conti correnti cinesi, con riguardo ai quali la rogatoria verso la Cina, pur tempestivamente disposta dal pm è rimasta a tutt’oggi senza risposta.

Il procedimento è attualmente pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità della persona destinataria della misura cautelare, in uno con la fondatezza delle ipotesi d’accusa mosse a suo carico, saranno vagliate nel corso del successivo processo.