Cooperante fiorentino morto a Capo Verde: il gip di Roma dice no all’archiviazione

Il vicesindaco di Firenze Alessia Bettini: “Si continui la battaglia per la verità”
“Siamo soddisfatti della decisione del gip di Roma che ha deciso che le indagini del caso di David Solazzo non devono essere archiviate ma devono proseguire. Adesso più che mai è doveroso continuare la battaglia verso la verità”
Lo afferma la vicesindaca Alessia Bettini in merito al caso di David Solazzo, il cooperante fiorentino trovato morto a Capo Verde il 11 maggio 2019 per motivi ancora da chiarire.
Il cooperante fiorentino morto nel 2019 venne trovato in un lago di sangue nella sua casa sull’isola di Fogo.Per la magistratura, all’epoca, fu un incidente domestico, ma i parenti non hanno mai creduto a questa versione e affermando che le indagini erano state insufficienti si opposero all’archiviazioni del caso .
Il giovane, 31 anni, lavorava per la onlus fiorentina Cospe, nell’ambito di progetti per i Paesi in via di sviluppo. Per la sua morte furono aperte due indagini, una a Capo Verde e una a Roma.
A Roma si è svolta l’udienza nella quale il Gip è chiamato a decidere in merito all’opposizione all’archiviazione con richiesta di riapertura delle indagini presentata dalla famiglia.
“Da tempo – ricorda la vicesindaca – il Comune ha preso a cuore la morte di David: un anno fa abbiamo svolto a Palazzo Vecchio un convegno e successivamente il consiglio comunale ha approvato all’unanimità una mozione per rinnovare il nostro impegno e la nostra vicinanza alla famiglia. Abbiamo inoltre interessato della vicenda la deputata Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo della Camera, e il Consiglio regionale si è attivato con la consigliera Cristina Giachi”.
“I familiari di Solazzo – sottolinea Bettini – commentando la decisione del gip fanno notare che non si tratta tanto di riaprire le indagini ma di aprirle davvero per fare piena luce sulla scomparsa e mettono in evidenza ‘problematiche sistemiche della collaborazione giudiziaria internazionale che purtroppo interessano numerose famiglie che perdono i propri cari che lavorano all’estero’. Sono sentimenti legittimi e preoccupazioni che sentiamo di far proprie e ci uniamo alla richiesta della famiglia di indagini appropriate”,.