Ragazzo di 23 anni morto in ospedale, l’Asl: “Ucciso da un arresto cardio respiratorio improvviso”

Non si farà l’autopsia. I sanitari esprimono cordoglio alla famiglia
“Un arresto cardio-respiratorio” improvviso e imprevisto ha provocato la morte del ragazzo di 23 anni al San Giovanni di Dio di Firenze. Lo spiega l’Asl Toscana centro, esprimento le condoglianze alla famiglia del ragazzo e ricostruendo la propria versione dei fatti.
Il ragazzo, secondo quanto ricostruito dall’Asl, è stato ricoverato giovedì 13 gennaio per una sindrome emolitica di cui era affetto fin da bambino. Il decorso clinico è stato stabile, il paziente è stato trattato con terapia concordata con lo specialista ematologo.
“Le condizioni di salute dei pazienti ricoverati vengono comunicate telefonicamente ai familiari ogni due giorni – spiega l’azienda sanitaria – , salvo situazioni di emergenza che richiedono contatti immediati, in ottemperanza a quanto disposto dalle norme in materia di sicurezza anticontagio. La circolare regionale prevede infatti deroga di accesso dei parenti nei reparti nei seguenti casi: stato terminale o marcato aggravamento, minori o persone con disabilità. Casistica che non era applicabile nel caso del ragazzo”.
Venerdì 14 gennaio i sanitari hanno dato comunicazione sullo stato di salute del figlio alla madre. La situazione clinica del ragazzo era stabile.
Il giorno successivo, sabato 15, “è stato somministrato ossigeno a bassi flussi ed il paziente è stato rivalutato dal medico. Alle 21,30 – continua la nota dell’Asl – ne è stata data comunicazione alla madre. In quel momento il quadro clinico non mostrava instabilità e non lasciava prevedere una evoluzione precipitosa. Il ragazzo nel corso della serata è stato nuovamente rivalutato ed in accordo con gli specialisti è stata concordata una emotrasfusione. Di ciò la madre è stata avvertita. Nelle ore successive tutti i parametri si sono mantenuti stabili. Alle 4.30, in maniera improvvisa e non prevedibile si è verificato un arresto cardio-respiratorio e sono state immediatamente praticate le manovre rianimatorie a cui il paziente non ha risposto e purtroppo l’esito è stato infausto. I sanitari intervenuti sono ancora molto provati e turbati per quanto accaduto e trasmettono ai familiari il loro personale cordoglio. E’ stato proposto di eseguire il riscontro autoptico a cui i familiari non hanno dato il consenso”.