Padre e figlio arrestati, Roberta Bruzzone: “Non escludo che entrambi abbiano avuto un ruolo”

La criminologa: “Per il figlio resta la pericolosità sociale, ma il rischio è che venga rimandato a casa”
“Il padre di Ragoni a mio avviso non ha avuto un ruolo secondario”. Ad affermarlo è la criminologa Roberta Bruzzone, contattata dalla nostra redazione in merito alla vicenda di Torre del Lago, protagonisti il 44enne Gianluigi Ragoni e il padre Adelmo, carabiniere in congedo di 90 anni, entrambi arrestati dai Nocs la sera del 19 gennaio dopo 8 ore di trattative con i negoziatori della polizia.
“Lo scenario giudiziario – prosegue Bruzzone – è legato a quella che sarà la perizia psichiatrica, tesa a dimostrare la non imputabilità del figlio, per infermità mentale”. Come riferito dallo stesso legale, avvocato Gianluigi Coletta, Ragoni figlio ha un passato di 17 anni sotto cure psichiatriche, un ricovero in Rems e 50 Tso. Sono di questo pomeriggio gli interrogatori di entrambi, per la convalida degli arresti, avvenuti per il padre in presenza al tribunale di Lucca e per il figlio, in carcere a Massa, in video conferenza.
“Il padre – aggiunge la nota criminologa – , se dovesse essere condannato la pena, la sconterà ai domiciliari, per incompatibilità con il carcere, vista la veneranda età. Per il figlio, leggendo cosa accaduto, resta a mio avviso la pericolosità sociale, l’idea di sparare l’ha avuta, viste le sue minacce dal balcone, anche se mai ha mostrato la pistola. Riterrei necessario il ricovero in una Rems. Ma viste le lunghe liste di attesa, il rischio è che, se verrà certificata la sua incapacità di intendere e volere, se non verrà trovato posto in una struttura ad hoc, venga rimandato a casa”.