Papa Francesco a Firenze, nella città del sindaco santo Giorgio La Pira, per l’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo

Entusiasmo per la presenza da parte del vescovo e del sindaco della città gigliata

Papa Francesco sarà a Firenze il prossimo 27 febbraio, per l’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo.

Il pontefice atterrerà nello stadio di atletica Luigi Ridolfi la mattina alle 8, e alle 8,30 sarà a Palazzo Vecchio, dove nel salone dei Cinquecento.  Per le 9,30, nella Sala D’Arme, è previsto l’incontro con le famiglie di profughi e rifugiati. Alle 10,30 celebrerà la Messa in Santa Croce, per poi recitere l’Angelus sul sagrato della basilic

“Con grande gioia abbiamo accolto l’annuncio che Papa Francesco sarà a Firenze – commenta il vescovo Giuseppe Batori –  per la conclusione dell’incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’ promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Il Santo Padre onora per la terza volta della sua presenza la diocesi e la città, gliene siamo grati e al tempo stesso sentiamo una particolare responsabilità. Il Papa sarà fra noi, eredi e diretti testimoni dell’opera e dell’impegno per la fraternità fra i popoli del venerabile Giorgio La Pira, il sindaco santo. Come lui vogliamo essere portatori di speranza perché le rive del Mediterraneo tornino ad unire e non separare. Nella preghiera ci prepariamo ad accogliere Papa Francesco e i vescovi del Mare Nostrum, il Signore illumini questi giorni e il nostro dialogo perché possiamo contribuire all’edificazione della pace in un’area ancora oggi segnata da guerre, emigrazioni e disuguaglianza”.

“L’annuncio della presenza di Papa Francesco alla conferenza della Cei ‘Mediterraneo frontiera di pace’ e al contestuale summit internazionale dei sindaci del Mediterraneo, prelude a un evento storico nel segno del sindaco ‘Santo’ La Pira – aggiunge il sindaco Dario Nardella – Per la prima volta nella storia 100 sindaci delle più importanti città del Mediterraneo si incontreranno per tre giorni a Firenze  in un impegno collettivo a favore della pace, dell’ambiente, della cooperazione allo sviluppo, dell’inclusione sociale. Questo incontro culminerà in un dialogo con i vescovi delle chiese del Mediterraneo e nell’incontro finale con il Papa. A più di mezzo secolo dall’incontro delle capitali e dai dialoghi del Mediterraneo promosso da Giorgio La Pira a Palazzo Vecchio, si scriverà un nuovo capitolo inedito, con la presenza eccezionale del Santo Padre. Mai come in questo periodo il Mediterraneo ha conosciuto conflitti bellici, persecuzioni, guerre civili, disastri ambientali, migrazioni di massa. A febbraio si eleverà da Firenze una voce forte e chiara di 100 città, da Istanbul a Roma a Tunisi, per aprire una nuova era nel mare dove sono nate le civiltà più antiche e le tre comunità religiose abramitiche. Con la diplomazia delle città e la forza del Papa completeremo il disegno lapiriano di restituire al Mediterraneo pace e prosperità”

“La notizia della presenza di Papa Francesco a Firenze il 27 febbraio prossimo, in occasione dell’incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, ci riempie di gioia. Significa mettere con forza al centro della riflessione il tema della pace e del rispetto dei diritti umani”. E’ quanto afferma Giacomo Martelli, presidente di Acli Toscana, commentando la visita di Papa Francesco a Firenze del prossimo 27 febbraio 2022 – Per noi la presenza di Papa Francesco a Firenze è un onore: la città può essere un modello per il mondo come messaggio universale di dialogo e di fratellanza. Proprio come, appunto, insegnava anche il ‘sindaco santo’ Giorgio La Pira”. Il presidente delle Acli Toscane è poi chiaro sul valore che il Mediterraneo deve avere: “Non deve separare, deve unire – spiega -. In un momento così complicato e in un contesto geo-politico difficile, dove ci sono povertà, migrazioni, è necessario fare un salto di qualità. Spero che Papa Francesco possa incontrare, come sembra, le famiglie di profughi e rifugiati: sarebbe un segnale importante per ribadire che l’integrazione non deve essere a parole, ma con i fatti”.