Ricercato in Polonia e arrestato a Prato su mandato di cattura europeo

I giudici fiorentini hanno negato l’estradizione
E’ finito in manette, per mano dei carabinieri di Prato, un imprenditore edile di 49 anni, originario di Crotone.

L’arresto di Antonio Manica, spiega l’Arma, è avvenuto in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dalla magistratura della Polonia con l’accusa di falsificazione di documenti finalizzata all’evasione fiscale e al riciclaggio. L’uomo, secondo l’accusa, insieme ad altri quattro calabresi, aveva costiutito una società, la Spolka ZOo con sede a Lublino, che avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti, pari a 460.000 euro, a favore di un’altra società, la Stavby Gm Sro con sede a Praga.
Manica era già stato arrestato nel 2018 nell’ambito dell’operazione Stige condotta dalla Dda di Catanzaro con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, la cosca ‘ndrangheta Farao-Marincola, ma nel febbraio scorso è stato assolto nel processo di primo grado.
La corte d’Appello di Firenze, ieri (5 novembre) ha convalidato il fermo sostituendo la misura cautelare con l’obbligo di dimora a Prato e Firenze, dandogli cosi modo di lavorare a Campi Bisenzio, e divieto di uscire di casa nella notte. I giudici fiorentini hanno negato l’estradizione in Polonia.