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Cronaca
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Scontri davanti al pronto moda Dreamland, la condanna del sindaco di Prato: “Violenza inaccettabile”

12 ottobre 2021 | 09:15
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Scontri davanti al pronto moda Dreamland, la condanna del sindaco di Prato: “Violenza inaccettabile”

Biffoni: “Chi se ne rende responsabile deve essere presto individuato e ne deve pagare le conseguenze”

Duri scontri, ieri (11 ottobre), davanti al pronto moda Dreamland dove era iniziato il presidio di Si Cobas.

Il sindaco di Prato Matteo Biffoni condanna l’aggressione.

“Tutti gli episodi di violenza sono inaccettabili, chi se ne rende responsabile deve essere presto individuato e ne deve pagare le conseguenze. Se vengono aggrediti lavoratori che manifestano pacificamente e nel rispetto delle regole, non ci può essere tolleranza – afferma il primo cittadino -. Il rispetto delle regole è imprescindibile, sempre”.

Biffoni torna anche sul tema dello sfruttamento lavorativo: “Il Comune in collaborazione con tutte le istituzioni continua a lavorare pancia a terra su questo fronte, nei limiti delle proprie competenze. Le operazioni condotte anche in questi mesi dalla procura, dalle forze dell’ordine, dall’ispettorato del lavoro stanno portando risultati, però senza un intervento più deciso da parte dello Stato, con il potenziamento degli organi periferici sul territorio non si risolve. È anni che lo chiediamo. A Prato tutti stiamo facendo il massimo possibile, ora il Governo deve intervenire concretamente”.

Sinistra italiana esprime la propria piena solidarietà ai lavoratori brutalmente picchiati ieri pomeriggio al presidio davanti alla Dreamland.

“Si tratta di un grave episodio, purtroppo non è la prima volta che accade un fatto del genere – afferma il partito – Ricordiamo che la Dreamland è tra le tante, oltre 60, aziende risultate non in regola durante i controlli dell’ispettorato del lavoro effettuati questa estate. Ricordiamo che l’iniziativa sindacale di ieri chiedeva il reintegro del lavoratore che aveva denunciato lo sfruttamento all’interno della Dreamland. Nella stessa giornata di ieri, ad Oste è stata chiusa una azienda che aveva dipendenti in nero e dei loculi adibiti a dormitori per i lavoratori. A Prato lo sfruttamento, il lavoro nero, il non rispetto dei contratti nazionali, la mancanza di condizioni di sicurezza sono all’ordine del giorno. Siamo di fronte ad una situazione intollerabile: la sola sanzione amministrativa non è sufficiente a fermare lo sfruttamento. Serve ripensare la norma come più volte chiesto dal sindacato in questi anni. Contemporaneamente vanno aumentati i controlli da parte dell’ispettorato del lavoro, che va rafforzato con nuove assunzioni, e tutelati i lavoratori sfruttati che hanno la forza ed il coraggio di denunciare”.

L’assessore Stefano Ciuoffo condanna gli episodi di violenza avvenuti ieri davanti ad un’azienda del Macrolotto di Prato, auspica un intervento forte dello Stato per contrastare il lavoro nero e annuncia il forte impegno per rendere ancora più stringente l’azione della Regione per la prevenzione e la sicurezza.

“Gli episodi accaduti ieri, 11 ottobre, davanti al magazzino di un pronto moda in via Galvani a Prato – afferma – sono gravissimi e devono essere condannati con fermezza, senza se e senza ma. La violenza come forma di confronto con chi esprime idee o giudizi diversi dai propri è la negazione dei valori democratici e civili da cui le nostre comunità discendono. La Regione Toscan anche in queste settimane, in un lavoro collegiale tra più assessorati e strutture tecniche, si sta adoperando, nei limiti delle proprie competenze, affinché il tema dello sfruttamento lavorativo sia al centro delle azioni e delle politiche dei vari attori istituzionali. Ne è dimostrazione il rinnovo del Piano lavoro sicuro e del meticoloso lavoro del settore prevenzione e sicurezza sul lavoro guidato dal responsabile Renzo Berti. Il Comune di Prato nel corso di questi anni ha maturato esperienze significative e posto azioni concrete per arginare il fenomeno ma diventa non più rimandabile un’azione forte da parte dello Stato per il potenziamento degli organi periferici dell’ispettorato del lavoro. Su questo chiediamo un impegno concreto e rapido”.