Adm e Comune di Livorno, firmato il protocollo d’intesa contro la contraffazione



L’obiettivo è rafforzare gli strumenti per la lotta ai fenomeni illeciti connessi al commercio
Rafforzare gli strumenti per la lotta alla contraffazione e agli altri fenomeni illeciti connessi al commercio. Questa, in estrema sintesi, la finalità del protocollo d’intesa siglato questa mattina tra il direttore territoriale Adm per la Toscana, la Sardegna e l’Umbria, Roberto Chiara e il sindaco del comune di Livorno, Luca Salvetti.
La collaborazione, della durata di 2 anni, si concreterà in un’azione coordinata tra il corpo di polizia locale e l’ufficio Adm di Livorno, con la creazione di un tavolo di lavoro permanente volto allo scambio delle informazioni al fine di prevenire e reprimere il fenomeno della contraffazione e le altre attività illecite, alla tutela del consumatore negli acquisti, favorendo la regolarità nel settore del commercio e contrastando le forme di criminalità organizzata, al coordinamento degli interventi e alla gestione delle risorse professionali.
“La produzione e la vendita di prodotti contraffatti – ha dichiarato il direttore territoriale Roberto Chiara – comportano grave pregiudizio agli operatori economici sani e rispettosi delle regole. Con la stipula di questo protocollo d’intesa, Adm punta a tutelare il commercio e i consumatori attraverso una stretta sinergia con le altre amministrazioni coinvolte nel contrasto alla contraffazione e agli altri fenomeni illeciti”.
“È quanto mai opportuna questa collaborazione tra comune e ufficio delle dogane per la lotta alla contraffazione – ha commentato il sindaco di Livorno Luca Salvetti – L’obiettivo comune deve essere quello di stoppare l’immissione in città di merci contraffatte prima che queste arrivino sul mercato ai singoli venditori abusivi, per evitare da un lato la concorrenza sleale nei confronti di chi produce e vende prodotti originali, sia per non fa re arrivare al consumatore finale prodotti anche potenzialmente pericolosi, come ad esempio i giocattoli privi delle certificazioni di sicurezza” conclude.