L'indagine della squadra mobile |
Cronaca
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Reati contro la pubblica amministrazione: arresti, perquisizioni e sequestri

5 ottobre 2021 | 08:00
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Reati contro la pubblica amministrazione: arresti, perquisizioni e sequestri

La Mobile di Pistoia, nell’ambito dell’indagine Coffee Break, ha eseguito misure cautelari che vanno dal carcere ai domiciliari con braccialetto elettronico

Arresti, perquisizioni e sequestri.  Su ordine della procura della Repubblica di Pistoia, la squadra mobile, con il supporto operativo del personale degli altri uffici della questura, di varie Mobili del territorio nazionale e del Reparto Prevenzione Crimine Toscana, ha eseguito numerose misure cautelari personali e reali, nell’ambito di un’articolata attività d’indagine riguardante reati contro la pubblica amministrazione. 

L’indagine, denominata Coffee Break, ha portato ad eseguire misure cautelari in carcere, arresti domiciliari con braccialetto elettronico e obblighi di dimora.

Nel corso dell’operazione si è inoltre proceduto ad eseguire il sequestro preventivo ai fini della confisca di beni liquidi e di valore, a carico degli indagati sottoposti a misura cautelare personale.

Parallelamente all’esecuzione delle misure cautelari gli investigatori della polizia di Stato hanno eseguito anche decreti di perquisizione emessi dalla procura di Pistoia.

Peculato, concussione, corruzione e istigazione al falso sono i reati contestati a vario titolo agli indagati nell’ambito di una inchiesta della procura di Pistoia. Ben diciotto le persone colpite da misura cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari.

L’inchiesta ha riguardato 25 gare a Pescia e Uzzano, tra il 2018 e il 2020. A finire in cella sono stati due funzionari comunali, un intermediario e cinque imprenditori. Le tangenti oscillavano tra il 3% e il 5%

L’indagine ha interessato i comuni della Valdinievole, tra cui Pescia.

“Vediamoci per un caffè”, il messaggio in codice intercettato dagli inquirenti, scambiato tra i membri di un grosso giro di tangent per lavori sulle strade o nei cimiteri, anche di somma urgenza.

Nell’abitazione di uno degli indagati sono stati trovati 266mila euro in contanti chiusi in una cassaforte.

“Il giro di tangenti funzionava con un meccanismo collaudato – ha spiegato il procuratore capo di Pistoia, dottor Tommaso Coletta .  Ci si accorda fra un pubblico ufficiale e un intermediario delle imprese intenzionate a corrompere per avere lavori dal Comune e poi altre imprese compiacenti si prestano a presentare offerte pilotate in modo da indirizzare l’esito della gara verso la prima impresa e farla vincere”.