L'omicidio di Monterotondo |
Cronaca
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Chiama i carabinieri e confessa: “L’ho ammazzata”. Così è morta Silvia, vedova a 46 anni con due figli a carico

12 agosto 2021 | 17:15
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Chiama i carabinieri e confessa: “L’ho ammazzata”. Così è morta Silvia, vedova a 46 anni con due figli a carico

Fatale una coltellata alla gola. L’uomo, 48enne operaio di Volterra, ha sfondato il vetro dell’auto dei carabinieri ed è stato sedato più volte. La coppia aveva festeggiato da poco tre anni di relazione

“L’ho ammazzata”. Una frase ripetuta ossessivamente ai carabinieri, fuori dall’auto parcheggiata sul ciglio della strada statale in località Campetroso, nel Comune di Monterotondo Marittimo. In mezzo al silenzio delle vigne e degli ulivi si era, in realtà, da poco consumato un dramma senza giustificazioni,.

Ed era tutto vero quello che aveva confessato in una drammatica telefonata, venti minuti dopo la mezzanotte, al 112 dei carabinieri pochi minuti prima. “Ho ammazzato la mia fidanzata”, ha detto, ma senza specificare altro, neanche dove si trovasse.

Quando i militari, allertati anche dalla segnalazione di un cittadino che aveva visto un’auto in una posizione non naturale sul bordo della strada, la statale 398, sono arrivati sul posto hanno assistito a una scena terribile. La donna, Silvia Manetti, 46 anni di origine della Valdisieve e poi residente ad Altopascio, vedova e madre di due figli di 10 e 14 anni, ormai senza vita, era riversa nell’auto in un lago di sangue.

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Fatale la ferita, con un coltello a serramanico, alla gola. Netta, quasi chirurgica, nella sua precisione mortale. L’arma era lì, fra le gambe della donna, rimasta sdraiata senza vita sul sedile del passeggero. A causarne la morte, secondo le parole della sua confessione immediata, l’operaio di 48 anni Nicola Stefanini, originario di Volterra, impietrito e in lacrime ai lati della vettura con i vestiti completamente sporchi di sangue, forse anche per un estremo tentativo di tamponare la ferita dopo il gesto mortale.

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All’arrivo dei militari di Follonica, però, l’uomo ha forse realizzato quello che aveva commesso poco prima: e ha perso le staffe, dando in escandescenze quando lo hanno fermato e condotto a bordo dell’auto. Prima ha cercato di divincolarsi, poi ha sfondato un vetro della gazzella. È stato necessario l’intervento di una ambulanza inviata dalla centrale unica del 118 per tranquillizzare l’uomo con la somministrazione di un tranquillante. Stefanini è stato condotto in caserma a Massa Marittima dove ha passato la notte in camera di sicurezza dopo la formalizzazione del suo arresto. E anche in mattinata ha avuto bisogno di un ausilio medico per calmarsi.

La coppia si era da poco trasferita in Maremma. Lui aveva trovato lavoro come operaio in una ditta della zona, lei collaborava nelle cucine di un ristorante. Pochi giorni i due avevano festeggiato tre anni di relazione. Negli archivi delle forze dell’ordine, peraltro, non ci sono notizie di precedenti di violenza o di denunce per maltrattamenti né a carico dell’uomo né all’interno della coppia. Ma la mancanza di segnali non ha impedito il fatto di sangue, un omicidio a sangue freddo, in una calda notte d’estate, che ha lasciato in stato di choc una intera comunità, oltre alla famiglia, agli amici e ai tanti che conoscevano la coppia.

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Dalla bocca di Nicola Stefanini, dopo l’omicidio, nessuna parola. Solo, ossessivamente, come un mantra, la ripetizione della confessione: “L’ho ammazzata”.

Ora dovrà rispondere, quando sarà in condizioni di farlo, alla pm Anna Pensabene, che coordinerà le indagini condotte dal nucleo investigativo dei carabinieri di Grosseto. Ma nulla potrà più restituire la donna ai suoi figli, nel frattempo condotti in una struttura protetta in attesa di un abbraccio dei familiari.

Foto dai profili Facebook