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Sottraeva i soldi per gli asili nido per giocare d’azzardo: ex dirigente comunale condannato al risarcimento

10 agosto 2021 | 12:48
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Sottraeva i soldi per gli asili nido per giocare d’azzardo: ex dirigente comunale condannato al risarcimento

Dovrà restituire 400mila euro assieme alla funzionaria che firmava i provvedimento di liquidazione a una cooperativa sociale compiacente

Si sarebbe appropriato dei soldi che spettavano agli asili nido del Comune di Cascina. Dopo la giustizia penale ora anche la magistratura contabile ha emesso sentenza di condanna per l’ex dirigente; condannato anche un funzionario che non avrebbe controllato e verificato.

Anche la Corte dei Conti d’appello infatti ha condannato a 400mila euro di risarcimento Gabriella Carrozzo e Alberto Romei. Alberto Romei, è stato condannato a risarcire all’ente 372863,25 euro “a titolo di responsabilità principale di carattere doloso”, per aver sottratto denaro all’amministrazione dirottando fondi comunali e regionali a una cooperativa di gestione dei servizi dell’infanzia. Il funzionario, in sede penale, per questa vicenda fu condannato a 6 anni con rito abbreviato per truffa e peculato. L’uomo, che fu arrestato nel 2017, spiegò la sua condotta con la sua dedizione patologica al gioco d’azzardo.

La Corte dei Conti ha anche condannato a risarcire il Comune, Gabriella Carrozzo (150mila euro a titolo di responsabilità sussidiaria per colpa grave). La donna, estranea alla vicenda penale, all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di responsabile di posizione organizzativa autonoma nell’ambito del settore “macrostruttura 6-educativo e socio culturale”.

In particolare, è stato ricostruito, Romei, in qualità di funzionario dipendente del Comune di Cascina, assegnato all’unità operativa Nidi, progettazione educativa e diritto allo studio, spiega la sentenza della Corte dei Conti, si è appropriato “di consistenti somme stanziate dal Comune e dalla Regione Toscana per finanziare le attività connesse all’educazione infantile (0-3 anni), con particolare riferimento al potenziamento degli asili nido (mediante strutture private in regime di convenzione con il Comune) e progetti sociali a favore di infanti disabili e/o in stato di disagio”. Il funzionario, sfruttando la sua posizione lavorativa, faceva “effettuare dei bonifici bancari” sui conti correnti di un’associazione e una cooperativa sociale compiacenti che a loro volta restituivano in contanti a Romei la provvista ottenuta.

Riguardo alla posizione di Gabriella Carrozzo, la sentenza penale, pur confermando la dichiarazione dello stesso Romei in ordine al fatto che costei “non era assolutamente consapevole di quello che facevo” ha, per altro verso, accertato che tutti i provvedimenti di impegno/liquidazione erano stati firmati dalla medesima su proposta dello stesso funzionario infedele. “Ora, per quanto si voglia considerare il rilevante numero di procedimenti di assegnazione e distribuzione dei contributi regionali (i fondi di cui trattasi avevano, infatti, tale derivazione), in relazione ai tanti progetti presentati dalle strutture private operanti in convenzione, e per quanto si voglia ammettere che non fosse prima facie agevole individuare quali, tra le tante proposte di determinazioni istruite dal signor Romei, dovessero considerarsi dannose, rimane tuttavia il fatto che tale inopinato meccanismo di trasferimento dei fondi si è dipanato lungo un rilevante margine temporale, dal 2014 al 2017,  durante il quale l’interessata ha sottoscritto “in maniera del tutto acritica” i provvedimenti che le venivano sottoposti. Non si ravvisano, pertanto, elementi idonei ad attenuare la gravità della colpa correttamente accertata dal giudice di prime cure, né per statuire una diversa quantificazione del danno”.

Entrambi gli appelli sono stati respinti.