Presunto stupro di gruppo a Siena, confermati i tre arresti domiciliari

Il calciatore di 21 anni Manolo Portanova si è avvalso della facoltà di non rispondere. Giovedì l’incidente probatorio sui cellulari
Si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice del tribunale di Siena, Jacopo Rocchi, il calciatore Manolo Portanova, il 21enne figlio di una gloria sportiva, l’ex calciatore Daniele, attualmente in forza come centrocampista al Genoa, accusato di una presunta violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa 21enne senese insieme ad altri tre giovani.
Il calciatore, agli arresti domiciliari, è entrato e uscito dal palazzo di Siena passando da un ingresso secondario, accompagnato dal suo avvocato. Secondo quanto denunciato dalla ragazza, lo stupro si sarebbe consumato, alla fine del mese di maggio, durante una festa privata in un’abitazione del centro storico della città del Palio.
Portanova è finito agli arresti domiciliari, come altri due indagati: Alessio Langella, 23 anni, zio del giocatore del Genoa, e Alessandro Cappiello, 24 anni. Al calciatore la misura cautelare è stata notificata martedì scorso a Messina, dove si trovava in vacanza. Indagato anche un 17enne.
Giovedì scorso (10 giugno) si sono svolti gli interrogatori di garanzia per Langella e per Cappiello. Langella si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Cappiello, secondo quanto si è appreso, avrebbe ammesso l’atto sessuale, ma avrebbe anche detto che sarebbe stato compiuto in modo consenziente da parte della ragazza. I legali dei due giovani hanno richiesto la revoca della misura cautelare a danno dei propri assistiti, mentre il pubblico ministero Nicola Marini si è opposto.
Oggi il gip ha respinto la richiesta e confermati gli arresti domicilari. Intanto, proseguono le indagini degli investigatori della squadra mobile della questura di Siena, che stanno raccogliendo le testimonianze di quanti erano presenti alla festa durante la quale si sarebbe consumata la violenza sessuale. Giovedì (17 giugno) in tribunale, alla presenza del giudice, dei legali degli indagati e della parte offesa e dei rispettivi periti, si svolgeranno accertamenti irripetibili sui telefoni cellulari sequestrati ai 4 giovani per verificare la presenza o meno di alcuni video e foto relativi ai fatti contestati.