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Cronaca
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Vittorio Cecchi Gori potrebbe tornare in libertà, la Cassazione accoglie il ricorso contro la detenzione domiciliare

1 giugno 2021 | 13:31
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Vittorio Cecchi Gori potrebbe tornare in libertà, la Cassazione accoglie il ricorso contro la detenzione domiciliare

Gli ermellini rinviano la decisione al tribunale di sorveglianza

Vittorio Cecchi Gori potrebbe tornare in libertà, la suprema corte di Cassazione ha infatti accolto con rinvio il suo ricorso contro la detenzione domiciliare stabilita dal tribunale di sorveglianza. Il noto imprenditore ad aprile scorso si era visto rifiutare sempre dagli ermellini la richiesta di indulto riguardante una parte della pena ed era stato condannato in via definitiva ad 8 anni e 5 mesi di reclusione ed era stato posto ai domiciliari per le sue condizioni di salute.

Ma ora una nuova svolta processuale. Cecchi Gori infatti aveva chiesto il differimento tout court della pena e in alternativa la detenzione domiciliare per motivi di salute e i giudici avevano scelto questa seconda opzione ma ora gli ermellini hanno accolto con rinvio la sua richiesta e i giudici dovranno nuovamente prendere in esame la sua richiesta di differimento della pena seguendo inevitabilmente le indicazioni della sentenza della Cassazione pubblicata oggi (1 giugno). Gli ermellini scrivono infatti che “il Tribunale di sorveglianza, nell’indicare le ragioni in base alle quali, nello scegliere tra il differimento della pena, chiesta in via principale dal condannato, e la detenzione domiciliare a tempo, abbia optato per la concessione di quest’ultima misura, indubbiamente più sfavorevole perché limitativa dello ‘status libertatis’, ha fatto esclusivo riferimento alle ‘esigenze di certezza ed indefettibilità della pena’ e al tipo di patologia, considerata non ancora in fase così avanzata da impedire l’attuazione di un programma terapeutico di recupero clinico. Siffatta valutazione è parziale e non rispondente ai criteri legali. In via conclusiva, per le ragioni espresse e in coerenza con quanto rappresentato, l’ordinanza impugnata deve essere annullata nel punto attinto dal ricorso con rinvio al Tribunale di sorveglianza di Roma, che procederà a nuovo esame in ordine alla scelta tra rinvio dell’esecuzione della pena e misura alternativa della detenzione domiciliare, tenendo conto dei principi e dei rilievi prima svolti e con motivazione completa e immune da vizi logici e giuridici”.

La parola passa a tribunale di sorveglianza per una nuova decisione sul “caso Cecchi Gori”.