Fanghi da conceria nei cantieri, primi rilievi di Arpat nei pozzi privati

I campionamenti sono iniziati in 14 siti nelle vicinanze del quinto lotto della strada regionale 429
Prime verifiche sui pozzi privati potenzialmente inquinati dal Keu nella zona del comprensorio del Cuoio.
Sono state circa le 50 domande di analisi e, già nel pomeriggio di giovedì (22 aprile), sono iniziati i primi campionamenti nelle vicinanze del quinto lotto della strada regionale 429. I pozzi campionati finora sono 14 e le analisi, eseguite nei laboratori dell’Agenzia, sono finalizzate alla ricerca di metalli e cromo esavalente.
“Il Keu – spiega l’Arpat – è un materiale derivante dal trattamento termico dei fanghi di depurazione prodotti dal depuratore Aquarno, nel quale vengono convogliati i reflui delle aziende conciarie di Santa Croce; le miscele di Keu, con altri materiali inerti, venivano qualificate come sottoprodotto e commercializzate dall’impresa di uno degli indagati come materiale per vari impieghi; a seguito di alcune indagini tecnico-analitiche, tuttavia, il materiale è risultato non possedere le caratteristiche necessarie per essere considerato un sottoprodotto, bensì un rifiuto speciale“.
“Questo materiale – ricorda Arpat – è stato utilizzato in diversi cantieri presenti sul territorio toscano, a partire dall’area di urbanizzazione, denominata Green Park, nel comune di Pontedera. Proprio dalle indagini presso questo sito, Arpat ha potuto verificare la vera natura del materiale utilizzato come sottofondo per la realizzazione di infrastrutture viarie; da qui ha esteso la propria attività ispettiva che ha interessato altri siti fino alle indagini specifiche nell’impianto di produzione della ditta sotto accusa”
“Le attività dell’Agenzia – conclude la nota – a supporto della Regione e dell’autorità giudiziaria, a questo punto, sono orientate a valutare quali effetti sulle matrici ambientali possa avere comportato l’utilizzo di questi materiali: si tratta di indagini complesse, da effettuare con particolare attenzione ai singoli siti e alla situazione idrogeologica degli stessi (permeabilità dei terreni, presenza di falde idriche, eccetera), aspetto sicuramente rilevante dal punto di vista della diffusione o del confinamento delle sostanze inquinanti che possono essere rilasciate dai materiali utilizzati”.