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Fiere e grandi eventi, la moda chiede certezze per la ripartenza

31 marzo 2021 | 19:28
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Fiere e grandi eventi, la moda chiede certezze per la ripartenza

“Ritardarne o continuare a impedirne l’apertura vuol dire ostacolare la ripresa degli scambi internazionali e la promozione del Made in Italy”

È la moda italiana oggi a chiedere certezze al governo per la ripartenza. Una ripartenza che tra incertezze e ritardi sembra sfumare oltre l’estate soprattutto per le manifestazioni fieristiche, asset fondamentale per il marchio Made in Italy.

Dal tessile al calzaturiero sono le più grandi rassegne italiane del settore ad alzare la voce per chiedere di poter riavviare la propria attività, nel rispetto dei protocolli di sicurezza e delle normative anticontagio. Tra loro Pitti Uomo, Bimbo, Filati e Taste, Milano Unica, Micam Milano, Mipel, TheOne Milano, LineaPelle, DaTe e Homi Fashion and Jewels Exhibition fanno appello affinché nel prossimo Dpcm, previsto per il 6 aprile, venga concesso di organizzare eventi compatibilmente con la tutela della salute pubblica.

“L’organizzazione di una rassegna internazionale aperta solo a operatori professionali ha dei tempi lunghi di programmazione e allestimento e non può essere pianificata in pochi giorni – spiega LineaPelle a nome delle grandi rassegne -. Rischiare di prolungare questa fase di incertezza, vuol dire compromettere l’intera stagione autunnale. Se già nel dibattito pubblico si parla di riaperture per alcune attività nel periodo estivo, non si menzionano assolutamente le fiere. Un comparto fondamentale per la nostra economia che genera, secondo le stime di Cfi, un volume d’affari di 60 miliardi di euro annui. Le manifestazioni B2B sono un driver per le nostre imprese: il 50% delle esportazioni nasce da contatti originati dalla partecipazione agli eventi fieristici, per un volume complessivo di 251 miliardi di euro l’anno e un ritorno sugli investimenti di 8 euro per ogni euro investito”.

“Le fiere professionali, per operatori B2B, che escludono assembramenti di visitatori generici, sono da sempre un insostituibile strumento di politica industriale e, con la loro ripartenza, possono assicurare un forte sostegno al superamento della recessione economica e sociale in atto – conclude LineaPelle -. Ritardare, o continuare a impedirne l’apertura vuol dire ostacolare la ripresa degli scambi internazionali e la promozione del Made in Italy essenziale per il rilancio del nostro paese”.