In preda a un mix di alcol e droga semina il panico ad Avenza e finisce in cella

Portato prima in ospedale ci sono voluti tre giorni di ricovero e di terapia farmacologica per smaltire il devastante cocktail
È stato portato in carcere l’uomo che circa dieci giorni fa aveva seminato il panico in via Filattiera, ad Avenza: sotto effetto di alcol e droghe aveva cercato di sfondare il cancello di un’abitazione con una trave di legno, terrorizzando la famiglia lì residente che alla fine l’aveva scampata grazie all’arrivo di una pattuglia dei Carabinieri.
L’uomo, che per la sua furia incontenibile era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento dell’autoradio dell’Arma, era poi finito ai domiciliari, ma nel giro di pochi giorni ha tenuto un comportamento sopra le righe che gli è costato caro.
La vicenda risale al pomeriggio di sabato 20 marzo, quando al 112 sono giunte le telefonate dei residenti in Via Filattiera, nel quartiere di Avenza, che hanno chiesto l’immediato intervento di una pattuglia perché c’era un uomo che aveva dato in escandescenze e stava cercando di entrare con la forza dentro il giardino di un’abitazione. L’esagitato ce l’aveva soprattutto con il padrone di casa, che dopo averlo sentito urlare a squarciagola vicino casa sua, credendolo ubriaco gli aveva semplicemente chiesto di allontanarsi, scatenando in quell’uomo una furia incontenibile. Dopo aver provato più volte a scavalcare la recinzione del giardino, ad un certo punto lo sconosciuto aveva afferrato una tavola da ponteggio che si trovava a pochi passi dall’abitazione e l’aveva usata come ariete per cercare di abbattere il cancello, suscitando il panico generale.
I carabinieri del Radiomobile di Carrara lo avevano poi subito riconosciuto appena arrivati sul posto, trattandosi di un noto 32enne di origine libica che abita ad Avenza da parecchio tempo e lavora nel settore lapideo. All vista dei carabinieri aveva reagito molto male, tant’è che era finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento dell’autoradio dell’Arma. Durante le fasi dell’arresto, aveva pronunciato minacce di vario tipo anche all’indirizzo dei residenti di via Filattiera che stavano assistendo sbalorditi alla scena da Far West che quell’uomo fuori controllo aveva scatenato in strada. Come se non bastasse, pure in Caserma aveva continuato ad avere un atteggiamento violento verso chiunque tentasse di avvicinarsi per farlo ragionare, compresi i sanitari del 118che valutata la gravità del suo stato di alterazione, lo avevano portato in Ospedale a Massa, ma anche lì aveva creato grande scompiglio, infatti ci sono voluti tre giorni di ricovero e di terapia farmacologica per smaltire il devastante cocktail di cocaina e alcol etilico che gli aveva fatto perdere la ragione.
Dopo essersi ripreso dalla sbornia condita da stupefacenti, alla fine era stato sottoposto ai domiciliari con il braccialetto elettronico, provvedimento ritenuto dal giudice Dario Berrino indispensabile per tutelare la collettività e contenere l’indole violenta dell’indagato, che nell’ordinanza del tribunale è stato definito una mina vagante pronta a deflagare al primo stimolo con una “propensione delinquenziale assai radicata” che è diventata “un vero e proprio stile di vita”. Anche ai domiciliari, però, il 32enne non ne ha voluto sapere di comportarsi bene, infatti sin dal primo giorno ha creato dei problemi alle pattuglie che lo andavano a controllare a casa, lasciandosi andare anche a qualche parola di troppo. Per questo motivo, lo stesso giudice che lo aveva messo ai domiciliari, appena ha saputo dai carabinieri che la musica non era cambiata, ha ordinato di portarlo in carcere.