Giovane di 29 anni scomparsa a novembre, arrestato a Castelfranco il presunto omicida

La polizia ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere: è un 50enne fiorentino vicino di casa della donna
All’alba di questa mattina (23 marzo) a Orentano, frazione di Castelfranco di Sotto, la polizia ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 49enne fiorentino, Francesco Lupino, presunto autore dell’omicidio e della soppressione del cadavere di Khrystyna Novak, la 29enne di nazionalità ucraina, ballerina in un locale di Altopascio, di cui era stata denunciata la scomparsa il 9 novembre scorso, dopo nove giorni in cui non dava più notizie di sé a familiari ed amici.


L’indagine è stata portata avanti dalla procura e dagli investigatori della squadra mobile di Pisa, del servizio centrale operativo di Roma e della polizia scientifica di Firenze e Roma e ha portato all’acquisizione di gravi indizi di reato nei confronti del vicino di casa della ragazza, socio in “affari” del compagno della vittima.














Secondo quanto ricostrutito il 49enne fiorentino avrebbe ucciso la Novak tra la sera dell’1 e la notte del 2 novembre del 2020, utilizzando una pistola di cui è stata dimostrata la detenzione. Il fatto sarebbe avvenuto all’interno dell’abitazione del compagno della donna. L’uomo avrebbe poi occultato il cadavere per poi nascondere (evidentemente non del tutto) le tracce del delitto tra la sera stessa e la sera successiva e, per attuare un depistaggio, avrebbe ultimato il suo piano simulando l’allontanamento volontario della Novak utilizzando il cellulare della stessa, per depistare e così indirizzare le indagini definitivamente in quella direzione.
La vicenda parte proprio dal momento dell’arresto del compagno spagnolo della Novak, Airam Negrim Gonzalez, noto imprenditore locale nel settore dei pellami, a seguito di una “soffiata” fatta proprio dal 49enne fiorentino alla polizia di Pontedera che ha portato a farlo trovare in possesso di due pistole e di sostanza stupefacente, custodite nell’abitazione. Armi e stupefacente, si è poi ricostruito, erano state consegnate dal 49enne fiorentino due giorni prima al suo arresto.
Il motivo di questa delazione sarebbe derivato da un alterco avvenuto tra i due vicini due giorni prima all’arresto del Gonzalez, determinato dalla volontà dello spagnolo, su espressa richiesta della compagna ucraina, di tirarsi fuori dal giro di affari criminali di compravendita di droga. In quell’alterco lo spagnolo sarebbe stato anche minacciato con una pistola semiautomatica, illegalmente detenuta.
Secondo le ricostruzioni la sera del 31 ottobre Khrystyna Novak era rientrata dal commissariato dopo l’arresto del compagno intorno alle 22,30 e il giorno successivo avrebbe agito normalmente. Durante una telefonata con una amica, intorno alle 9,30 del mattino dell’1 novembre, la Novak avrebbe poi ricevuto una chiamata al citofono del vicino di casa e, alle insistenze di questo, gli fa un gesto come per mandarlo “a quel paese”. Alla scena ha assistito anche un’altra vicina di casa, che nota l’uomo andare via in maniera nervosa, sgommando con la macchina.
Il cellulare della Novak la mattina del 2 alle 8,44 smette di riprodurre segnale, sino alle 9,41 del giorno seguente quando dopo aver agganciato alcune celle si spegne definitivamente alle 9,55.
Su spinta della madre della donna e dopo il ritrovamento in casa di lei del cane Kasper da cui non si separava mai la polizia ha effettuato un primo sopralluogo. All’interno della casa sono stati trovati su un mobiletto le chiavi di casa della Novak, le chiavi dell’autovettura del Gonzalez, e in una borsa tutti i documenti di identità della ragazza. Le indagini a quel punto vengono avviate a 360 gradi.
Fondamentale, a quel punto, la collaborazione del compagno della donna, che ha narrato dei rapporti con il vicino di casa, descritto come un tipo violento e con una pistola a disposizione con la quale avrebbe anche ammazzato, a luglio del 2020, uno dei cani del Gonzalez sparandogli alla testa. L’uomo avrebbe nutrito elevato rancore nei suoi confronti, ma anche nei confronti di Khrystyna che voleva che il compagno la smettesse con quei traffici illeciti.
Dopo questa testimonianza sono stati effettuati dei sopralluoghi dell’abitazione, uno dei quali anche con lo stesso Gonzalez in regime di detenzione. È stato anche dissotterrato il cane dello spagnolo nella cui carcassa è stata rinvenuta un’ogiva.
L’esame dell’abitazione ha rivelato la presenza di evidenti tracce di cancellazioni di sangue dalle pareti del corridoio di ingresso della porta posteriore. Sono state trovate nascoste al di sotto del cardine dello stipite della porta posteriore tracce di sangue e, sulle in diverse punti del corridoio, tracce biologiche riconducibili al Dna della donna, proprio nei punti in cui si evidenziavano le cancellature di tracce. Sempre in quel punto del corridoio grazie al compagno della vittima, è stata rilevata l’assenza di uno zerbino ed è stata poi trovata una scalfittura nel muro con all’interno un frammento metallico. Il frammento è stato comparato con il proiettile estratto dal cane del Gonzalez. Il confronto, effettuato nei laboratori della polizia scientifica di Roma, ha portato a concludere sull’elevata compatibilità di quel materiale con il proiettile rinvenuto all’interno del cane. È stato anche ritrovato un bossolo che, analizzato dal consulente balistico, è stato ritenuto compatibile con una pistola Tanfoglio, uguale a quella in possesso dell’arrestato.
Le indagini si sono quindi proprio indirizzate sull’uomo che, nel frattempo, insieme alla compagna avrebbe provato a sviare le indagini. Ma analizzando il cellulare del 49enne fiorentino in comparazione con il cellulare della donna scomparsa, gli stessi appaiono agganciare celle compatibili con l’area di Corte Nardi, nell’orario in cui è stato commesso il delitto. Inoltre tra l’uomo,. la compagna e il figlio sono state dimostrate diverse interazioni telefoniche via Whatsapp, ma anche di traffico voce, a dimostrazione che l’uomo fra le 23,15 del 2 e l’1,15 del 3 non era assieme al proprio nucleo familiare così come dichiarato.
Ma l’elemento che ha destato maggior interesse investigativo è quanto ricostruito la mattina del 3 novembre: la testimoninanza di un cliente dell’arrestato e della compagna, tatuatori, che avrebbe visto il 49enne, mentre la compagna era impegnata a fare un tatuaggio, portare via dei sacchi neri dalla propria abitazione in direzione del luogo ove aveva parcheggiato la macchina, per poi rivederlo tornare intorno alle 11.
La fascia oraria è particolarmente cruciale, perché è il momento nel quale il cellulare della Novak torna ad attivarsi per poi spegnersi nuovamente. Visionate le telecamere di videosorveglianza sono a quel punto state trovate immagini che immortalano il passaggio di un Fiat Freemont bianco compatibile per caratteristiche ed optionalscon quello di proprietà ed in uso all’arrestato con a bordo alla guida un soggetto di sesso maschile vestito come nelle descrizioni del testimone.
L’intento del 49enne fiorentino finito agli arresti, secondo quanto ricostruito nelle indagini, e confermato dal Gip, sarebbe stato quello di attuare un depistaggio finalizzato a simulare l’allontanamento volontario della ragazza, così come confermato indirettamente da una intercettazione ambientale nella quale, parlando con un vicino di casa, il vicino di casa della donna scomparsa afferma di come avrebbe dovuto gestire il cellulare la Novak per far perdere le proprie tracce nel caso di una ipotetica fuga. Sempre nell’ambito di un’altra intercettazione, l’arrestato parla con la compagna su come organizzare la propria difesa, dicendo che deve essere costruita prima, in previsione che possa succedere qualcosa, alludendo evidentemente alla possibilità di essere incriminato e arrestato.